GARZONI - La piazza universale - 1589
V Tsf 1 V ER^ S jl L E. 6jl iTAcerfieomes,o di Tueri,chefono ipaggi degentilhucmini > & jìgnovi: onde apprefio aMaccdoni,pcr teflimonfo di Tito Lituo nel 4 5 .li b.i figliuo– ligìouenettide'Trencipi,deftinati alla feruità de iRe,eran chiamati pue- \*°J?J a ri Regi].® Taolo Giurifionfidto D e uerb.lìgnific. 1. puer , mette queflo fi. gnificato proprio injieme con altri.Et qttefii paggi hanno, fecondo la diuer fadifiiplina de'fignor'hdiuerfi h abiti uirtuoftìnloro, perche fino efiercita ti nelle ficienze,nelle creanze di corte,ne gli atti da cauatlieri negli uffici] pertinenti al fieruitio deVrencipi,etbrevemente ritengono in loro honora ta civiltà f fe ella molte notte non fojfe corrotta da Cortigiani uitiofì, e de– pravati affiztto,per cagione de"quali diuengonogolofhlafciuetti, morbidi, fuperbetti,ìndifcretti,inciuili,e uitiofetti da ogni parte.Democrito uniuer falmente preffo Atbeneo,comenda i fieruiper una forte dhuomini affai co tinente,e]fendo che ognora fi rauolgono intorno alle cofie della gola, le qua– li paffano perle lor maniyCr purfie ne astengono per lo piu;no perche hab Ferecra biano imparato tal difciplina da Ferecrate,che n'ha ferino un libro;ne $- che fiano ubidienti all'interdetto degli Ifilani di Coo, preffo a quali è uie- tato ne'fitcrìficij di Giunone,che alcun fervo entri nel fuo tempio, & gufiì cofia alcuna degli apparati fuoi,maperche cofi molte uolte per natura af– file fatti fono.Trejfo a Romani ancora eranftimati qualche cofi,perche ne i dì Qtùnquatrì dedicati allafefla di Minerva, per tefiimonio di Livio, le matrone Romane faceuan conuito alle lorfierue, quafi rìconoficedo da leil'- utile,&il comodo che traheuano da ejfccioe del filare, del teffere, & del cucire che facevano. Et, fi ben nella fefta della Dea Matvta, perche era una matta,le ferve non potettano entrare infieme con le patrone, & fe u'en trauano,eranfcacciate con dolorofe pugna,per l'onta che tal Dea hauea ri Ceuuto da una fierua, la quale in fuo difiregio era giacciuta col marito oi- thamantetnondimeno altre volte facrificareno le ferue infieme con le libe re alla Dea Giunone,ch 'era da più, fono un caprifico, perche da Tutela,o Titula,o Thiloti feruadlpopolo Romano riceuette un fingoLv fiauore, uen dìcandofi de'fuoi nemici con un fegno che quella anelila diede loro fopra un fico,chegli inimici addormentati,etfonnacchioftgiaceuano,talche la Dea Giunonefiu chiamata Caprotinaper questo effetto. I Cretenfi a'feruitori loro,quali chìamauano EphormiotUdauano tutte le libertà, &priuilegi, fatuo che non uoleuano,che effi participaffero delle lorficuole, et della pro- feffione dell'armiMa i Syrifi lafiiauano imperar da iferuiloro, perche ef fi foli effercitauano preffo a loro la mìlitia, & del numero loro s'eleggeva un Re,la cui virtù fojfe nota a ciafeuno, & manifefia , ne prefjo a cotesti p j a t ualeuaildettoTlatonico, c&eNihil(eruorumgenericredendum, quo t ènim (eru i to t hoites : ne quell'altro di Senofonte , che Semi cv Domini nunqua m amici ; riputando molto rr.egliorefientenza quella di Sene ^..Sc-nofóre. Siccuni in feder e uiuas , uttecu m fuperiore m neli s uiuere . Da qvefli Seneca effe mpi almeno s'ha da imparare il cdto,& la filma che i padroni in parte • Vu a hanno
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