GARZONI - La piazza universale - 1589
r X. i v t Ì\$ u L E. <-8 j Annotation e foprailxcij.Difcorfo . , De Statuari ] , &Marmorari } legger i qualch e cofa in Pietr o Crinit o nel Ho. t. eie Honeft a Difcipl & cap. 8 . & nel lib. 3. e « p . 10 . &nel lib. $ & c a p . 11 . E coli ne l Rhodignomellib . ré dell e fue Antich e Lettioni.a l cap. 1 3 &piu inuanzi,ne ! hoto ir &cap . 11. DE' C V O C H I, E T A L T RI M I N I S T R I S I M I L I, com e Scalchi , Gua t a r i , Credenzieri , Trinciant i , Caneuari , o Bottiglieri ,Seruitor i da tauola , Con - uiuant i ..Sic. Diic.xciij. VArte della Cucina in quei primi floridi tepi deh" aureo Satur- ' no fu àìfpreqgata in tàto,chegli huomini colenti dipomi,& ghiadefiole teperatiffimamente uiuedo,niete fimauano la de licatez%aàelcib'hc'borafitrouain tatafiima,&pregio,chc il vetre humanopar chefia fatto il Dio de gli huominua cui feruono ognboralo offerirli tate forti di viuade,& imbandigioni, che l'i– dolo di Belo non fu giudicato fi ingordo, come egli di cibi ifquifiti, & rari Conce fi dimofira eflremamete auido,&bramofio da tutte l bore. Oueigolofi del £ y | ° lor Dio dìuot'hcorrono fruente al cerchio dell Hoftarie, come da una capa– no defili,®-fiuegghiatialla cucina,come altepio,aliadiffienfa, come ali'alta re,alla Cantina come all'anello di facriflia, al pollar 0 come al luogo delle •pittime ;& fi dilettano del fumo de gli arrofii, come d'incenfo, del colar del graffo come di fìorace,del Bridor dellepadelle, come difiuono d'orga– no, & del friger delle teghie come di canto fermo, & figurato infieme. Hebbe qflaprofeffione il'fittoprincìpio in Afia,onàe gli Afiatici,iimofiran do fi nelle cofie della gola troppo lufiuriofi,eintemperatì,diedero occ afone, che il nome loro paflafie in cognome de'golofi, & mangiatori ,i quali pei- ciò fi chiamano Afoti... Quindi è ( come racconta Tito Liuio) che le mor– bidezze fóraftiere, dopo la vittoria dell'Afta, entrarono nella città ci Ro– ma^ fu la prima uolta allhora,che le uiuande s'incominciarono a appa– recchiare con maggior cura,®-fpefa,e allhora i cuochi già da gli antichi auuilithfal'uono in prezzp,et vfeendo fuori d'una cucina tuttaonta,bagna ti ancora di brodo,tinti di fumo, fporchi di graffo, onti di oglio, con le pen– tole,! pìattì,Upe fello, il mortaio, & lo ffiiedo, entrarono nelle ficuole, & drizzando una Academia di leccardia v fi cominciarono a far conofeere per maeftri e dottori di quanto Leccabono ih tuttal'arte firitroua ..Com- parueroin quei primitempieccellentldottoridì quefi arte, fra quali pri movfurpataredella glòria leccarda fu Apìcio Romano, da cui. per ttfii- monio di Settimio Floro, con vna certa imitatione Fitofofica, è derivato il p i o t o cognome ne icuochkche fi dimandano Apiciani ® hebbe tanto ardimen toqueflo Redi bafoffià, proto di broetti, e maefiro de gli intingoli, daTli– mo addimandato profondiamo gorgo di tutti i prodighi, ®- diffipatori, che
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