GARZONI - La piazza universale - 1589

V % IP M. it- P J. L E. «585 tata . Benché non minore gloria s'acquìflano i Gnatoni di cucina dallo fla dio loro uario>& diuerfo, facendo profeffione nell' Acadernia de 'polacchi d'ejfere in un tepo ifieff» di tutte le fetenzepadroni, etftgnorìfimpero che fi dimoflrano Refettori, eiìogliedo fuperbamente i conviti regi), che talhor fi fanno; Toetì, nel defiriuere i patii de'Signori con l 'hiperboli, ®- enfàfi couenientì,®-opportune;Arithmetici, numerandola moltitudine delle ut uande in tauola uenute, Geometri, mifìir andò i quarti de'uitelli, de'cerni, de'capriol'hche alla menfahanno mandato;Mufìci,cantando apan%apie– na per allegrezza del -pino ; Logici, uenendc a conte/a fra loro il più delle uolte ubhriachi;Filcfofi,narranda la natura de'cibi dolcifinfipidi, garbi, piccanti,amari,e faporiiLLeggifthdando legge a i Guatari, che fon quelli che lattano ipiatti,et le fcutelle,comè f a il nof i.ro Lirone eccellentiffimo in quefìo mefiiero.Medici, curadol'appetito difordinato col ticchetto de' fa- pori da loro diuerfamete preparati; Aflrologi, cercando per Portai tordi, imerlhi b eccafichi,da fatollare l'auide uoglie di quefi, & di queir altro .e infomma non è cofa al mondo, nella quale i cuochi non fi dimofirino pr at– tici,®- efferti.S'intendono mirabilmente delia fifianzayperche, godono il primo hrodoàlqtiale none altro che laquinta effent'ia,e il dinìno Elixir de gli Alchimiflitdella quantità,deuorando comelupi.-della qualità, affag- giandoi fapori di tutti i cibitdella relatìone,rìferendofi algufìo,come allo fealco dell'appetito in ognicofatdel luogo, fciegliedo la cucina per lor cu- cagnaidel fito,fidendo amtfit come tanti Epicvri,®- Sar dar. apali-.dell ha bito,portando i camicciotti carichi di graffo,® (fonte comehofii di broet toidel tempo,màgiando ognora* a ogni memeto come affamati: dell'atrio t ne,arrofìendo,frigendo,uoltandolojpiedo, facendo fuoco al pignatta ,lec- eando,bettolando ,et empiendofìil uentre -.della pajfione,patendo il fumo a gli occhiai fioco alle mani, la tintura al moftaccio, l ebrietà alla tefìa, il uomito al uetreìfatto ricetto,®- fantina di tutte le b rutture della gcla.Pi- fiorri d'ogni forte di cibi co loro,et di bocconi lodati dagli antichi,che nel l'armario della mente,perfcruirfene a tempo* luogo, rìferuano ogni cofa. firìcordano hauere ndito*he Varrone loda il pano di Sam 6,1 anitra di Fri giaàfcari di Ciliciafil capretto d'Ambracia,i datteri d'Egitto. Glifottuie ned hauere intefo*he Statio ,fia le delitie dellamefajoda le noci di T óto, le palme Idumee,® le pruni di Damafco .Sirammentano d 'hauer fintilo narrare,che Suetonio ,fia le delicatezze diVitcliio, annovera le cernella de Fafianiele murene di latte del mar Carpathio :tegGnoan>ete ,che tutti gli finitori antichipogono p cibi delicati il rhobo dell Adrìatico,l"ofire~ ghe di Taratoci per fiuto dì Chio,il cafio di Sicilia,! earpioni delEenaco, le trutte del Tefino,lecaflagne di Tafiagonia,legalline di 7^umidia,i melo ni aOfiia,Vduellane T aretine,!'oua diV eletti* le fugazze del Viceno.Sa no molti di lor ,fra l'altre cofe delicate*he jltbeneo,nefle cene àe'Satìetì enumera ifparagi Getulia,i bulbi Regij,tordi Siracufani, ifichi attìcU 'an guille

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