GARZONI - La piazza universale - 1589

V 1\ I V E ì \ S A L E. 697 Amor tiranno accorto,empio monarca Oracol di menzogna albergo d'ira. : Ouero quella di Bernardo Taßo. Bernard» Ahi divietato amor come confenti. Tallo Ch'io meni ulta fi penofia,e ria. Ma fi contentano, & fiatiano della fentenza Tlatonica ,che Amor fia vn Dio magnomarauigliofo ,bello,&amator del bene , & dell'hone fio per fiua natura. Vero a quella guifa che fa l'Alciato, difiorrono, ch'egli è quello , che da la pace a gli huomini, la tranquillità al mare, la requie ai uenti, letto ficuro agli animali, che rimoue la ruftichezja, che concilia ladifcordia,ch'unifce l'amicitia, che induce la beneuolenza, cb'efiermi- na la ferità, che auiua gliànimi morti, che confiola ifipiritì laffi , the rifilo- D j o n : fo ra le mentiajfannate,cbe felicita e beatificala ulta unìuerfale. Onde con- Areopag chiudono contAreopagita,cbe amo r eff circulu s bonu s a bon o i n bonü t ä ' j-crpern o reuolucu* . & s'accordano alla gentilfenteza del Signor Guido f^f Cafoni eff re fa in que'fuo vago,& leggiadro Sonetto,che, per debito d'a- tnicitia in questo luogo ripongo. Terrena fi ,ma cofa adorna,e bella Spoglia fìfirto celeße,informi,e auiui, Che non menffiargi lumi ardenti,e nini, De ipuri rai dì tua materna fella. Ter che voi riuolar nel Jen di quella, E noi lafciar di tanta luce priui? Ignota fiflenderai tra gli altri Diui, Qui proprio T^ume ogni mortai t 'appella. E foto poggierainel grembo a Dio; Ma s'io non fon di te mia guida priuo, Mille hauran meco à Dio la mente vnìta. V olafe partir vuoUnel petto mio, Vedrauche morto nel tuo loco vino; Felice morte,e più felice vita. Ma, fe Mar filo Ficino, nel commento fopra Tlatone de Amore t p°- Card ne a coflor dinanzi a gli oechì le doloro fe paffioni d'amore ,i dtfiderìi va- FÌCUIO ni ,le fperanze incerte , i penfierì fiocchi, le meflitie vrgenti , l'ire, glifidegnl, ifurori, le lagrime , ì dijfett 'hle follie, i sfogamenti, legelofte, le vendette, par che a cotefte cofe non confentan volontiert : ne meno fe Amore gli} dipinto per putto nella vanità, per ignudo nella femplicità, per alato nella fuga de bei piacerùper imbendato nella uergognofa corner fìttone,per fare trattomeli animo cba d'impiagare,e tormentar gli aman tUquafi che per dimostrar queflo effetto, Alcibiade galante noi portaffe dipinto nello feudo col fulmine in mano :&che il dotto Tlutarto, non gli P bibbia affegnato in mano vita ficaia accef «,per fignificar quefia natu– rala

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