GARZONI - La piazza universale - 1589
V 71 I V E \ S A L E. lei in eapo,& ella la corona di lui i che maggiore infortunio fi può contar di quello di Dionifo Siracvfiano ,che,effendo eglhccme in effetto era, più crudel delle fiere, diuento co fi placido per amor dì Mieta fua innamorata, che tutti ì negotii,& tutte le ifieditioni del regno paffavano per mano d 'i* va vii meretrice con pari vergogna deli uno e i altro? che maggior follia fi può ridir di quella d'jLthenarìco fornofififmo Re de'Gotti, che s'infama à cotanto dell'amore inhonefo di Tintiafiua amica,che mentre ch'ella li pei tinaita gli capelli, ìlbuon Rè'nettava a leile fiarpe?non è[rara quelladi Tbemiftocle Atheniefe famefififmo capitano fra Greci,che, prefo dall'a– ri, or d'una fgnora,che nella guerra dell'Epiro gli era venuta in mano,men tre ella inferma fi purgaua pvrgavafi accora Ivi ; & s'ella fi faceva cauar /angue, faceuafi cavar fiangue ancora Ivi;&, per fornire d'impazzire > col fangue diquella fi lauaua il uifioimoflrando bene, che efifa era la madonna, & egli ilfieruo incatenato delfiuo amore.che ti par di quella dell'Impera– tore CaitgolaMqual die folamente fri mila feftertiiper acconciare le mu– ra di Roma,dandone dal?altra parte cento mila perfodrare una vefle d'u– nafiuaamica ? non fieno co/loro miferi,&infelici da douero ? che cofii più. monfiruofa può uederfi, quanto la firuitù d'unpennacchino ? cheparole non dice? che fbffiiri non getta ? che fieruigi non fioffre ? che ricchezze non promette? eh e rammarichi non finge!'che bugie non iroua? che trovate no fimvla, per introdurfipur nell'amore dell'amica? quefie quefte fon pur gli Idoli lorOiilor numi cclefii, le dee del terzo cielo,legratie del ciel di/cefe, le belle ninfe leggiadre, il chorouirgineodi Diana, alle quali perfacro in- cenfio offeri/cono lagrime cocenti, per thuriboli i cori afifiittiper hoflie & per ultime l'alme accorate ,per orationi i pìetofii /congiuri, per kinnigli amorofi/inetti, & madrigali, per fimulacri l'imagini deuoltipallide & fmarrite,per oblationi unaferuitù da cane, che non teme il freddo, non ha paura del caldo, non fi sbigottifee di notte,non fifimarifee il giorno, non fi attrifla per pena,non fidi/fiera per cruccio, non manca per ripulfa,non re- fiaperficherno, non fa conto de'tortinon riguardaagli cltra$$.inon ili- ma ìdanninon cvra le vendette,efìendo cieca, & mutola nel proprio inte tefife come un mono.ami il nonpofar dinotte,non hauer requie di giorno, fognar fi ognora fogni tr'ìflil'ufcir delle piume per fiorza,correr fiotto gli a- matì balconi all'aria fredda, frjferir quei crudi fioffiidi tramontana, gelar fittole chiufi zelofie, piangere per dolor del freddo ecceffuo, lagnaifi per la pcna,batter de i dentiperla rabbiaftare a/fidvo a una caionaia per fette bore ccntìnue,et numera rie pleiade & le boote per tutta r.ottcfi n- tir tre volte ilgallicino fenza effere aperto, vedere Endmiene in braccio alla fua ffofia con invidia della propria mala forte,goder la nette fefica & bruna in mezo d'un Cmìterio da mortio d'unapìazzada beccati, ffvn x tartavrorafienza frutto alcuno,tornare a cafiabtffiatto cene vn'afinc,& feornato come vn bueportar qvalche volta vm rifvfi. di buone fregate,
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