GARZONI - La piazza universale - 1589
figliuole per parcelle^ fruitoti per aflaffmi in due parole; onde fieramente pare , che le metamorfosi di Circe fa conuertite adoffo a gli ho fi, e non a foreflieri. Qui uedìfotta Vinfegna dell'Angiolo un diami de peggiori del– l'inferno :fatto la corona, un Brunello di Tingitana furbo,e mariolo ; fatto la Campana, un Morgante dal battaglio preparato per accoparti ;fotta il corno un cornuto capparone che t'affetta per rubarti i zanftoni; fatto un S.Giorgio un Martano, uilìffmo colmo di mille tradimenti ; e furfantarle, fatto il Moro uiiinfdel faracino a quanti paffaggieri uanno in uolta ;fatto le tre fpade, un Briareo tergemmo , che non la perdona ad alcuno;fo tto la Luna un Re de'Turcbi uerameute con tutti i foreBier'ufotto il Sole un che ti feotta fui uiuo, fenica toccarti punto ;fatto il Teilegrino un'affasfmo di tutti i mandanti; fotto il Gambaro un ladro,che ti graffia i denari,e la rob ba nafcafammte ;fatto la Stella un'bofto del mal tempo peggior di quel Cartoteche honorauagià la uia per acqua da Fenetia a Tteuìgi.Qui odipa role di mille ruffianefmi,motti di sfacciatijftme cortigiancinuiii difeiagu- rate meretrici ,jporche7je di lingue dishonefle,&uili,beslemmie borren- de>imprecationibombili,giuramentifalfiffmì,promeffe piene d'inganni, e di fallacia in tutto.Quà miri andamenti flranhgvardi da ghiotti, cenni da furbi, motti da marioli, carezze da boia ,feruitùfurfantcfca, liti per un •quatrino, giuochi da dìfiemto, fpaffi da mille forche, trattamenti da im– piccati, e pagamenti, che ti feortican la pelle di dofio, e ti fanno reHare a Albe guifad'unpouèro Bràgadino. Terò non è marauiglia, fe Alberico ne fuoi fiatutigli ha taffato ilpagamento, effendo effipìu cariche non è flato Ca- racoffa ai liti, & alle riuere del no fra mare. E noti è marauiglia ancora, fisi fora)'lieti, talboragli rubbano la penna del letto i cartelli della tavo– la , i piatti di peltro ; fe dormono dentro a i letti co' fliuali, e (peroni in piede., fepifeiano per le camere; fe imbrattano di ftcrco i lenztto- li, fe Hraccian le coperte ,fe fcriuon per le mura col carbone l'ignomi– nie dell'hoflo,e dell'hofìa,fie rumano i cavalli refìii con le fperonate, i bol- ZJconle baflonate,ipoltronieon lepugnatate ;fe gridano feeo;fe minac– ciano dì sfrifargli* e fe qualche uolta, gettando in terra la tauola,ei piatti corrono adoffo. all'bofioi e con una mano al collo, e un pugno fnl mafaccio, lo fanno rimanere un babbuino ; perche fra mille bofii fi fien- ta,& fi dura fatìcagrandiffimaa trouarneun buono; e fi come un buono non è dinar che poffa pagarlo, effendo tutto piacevole nelle parole, man- fiteto tiell 'afpettQ ,cortefenell'animo, nobile di dentro, generafio difuori ,e trattando iforafiieri con infinite carezze, dì canto, difiuono, di tauola, di camera, di letto, di feruitu, dieompagnia, come fan moltihofii partico– lari di Faenza, di Furlì, di Cefena, di Rimini, diTefiato, di Fano, di Sini- gaglia, della Madonna di Loretto, e quafi di tutta la firada Romea ; Cofi un'afino , un Manigoldo, non è vergogna, 0 nitupereche pefl'a fiovtar la ry 3 fi"
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