GARZONI - La piazza universale - 1589
V TI I V E R S A L E . $5 tacciò fuori' vna volta dell'efferato Rommo due titilla meretrici purgan– do il campo tutto dell'immonditie,e di;boneflà,per vera virtà, che nell'ani- Troeo ma diluì figmr eggiana. Trago riferìfce d'Anuibal (artaginefe, che mai Annibale prefe la caUità fral'innumerabìli prede di giouani done, ornate di belle?; QlJudio •^i eHrema,e merauigliofa. S S.Agoftìno nel primo libro della Città di Dio, Marcell o tacconta,che ClaudioMarcello Confale ltymano,volendo dar ['affatto alla corinéte Città di Siracufa,fece un'edito perpetuo,che ne/fan faldato ofajfe de uiola- Kippo Te'i.lib.eri corpi delle donne, effendo Signore continente,e virtuofo. Hippoli £ to figliuol di Thefeo è dipinto da Seneca tanto bonetto, che pregato co mal sen ec ti fcongiuri dalla madregna Fedra, à confentire alle fue voglie praue,e dis- hones!e,non folamente non cedette allafolle dimanda dcliimpudica donna; mi dindi m poi prefevri'odio tanto eflremo alle femine,che non potea per 'modo alcuno foffrìrc di fentirle nominare,onde dice. Exofu-somne feeminanomcn fugit, fmmitis annoscalibi v'iMc.icat. Fra l'altre par ti,la nerità, e la fede ne'fuoi detti illuflrano mirabilmente, Fracefc o anepun Signore-SperòFrancefioTatricio,doueparladelregno, narra, Patrick) . che Ifocrate ammonì il fuo Ke,che[opra ogni cofa honorajfe h verità, dice do<effer cofaconueniente,ehe più fi debba credere alla parola regia fen%a f giuramento, chea mille giuramenti ibuomini prillati. E ne'prouerbi al un R e. decimo feslo èfericto dal Soma. Non decetpr'tncipem labium mendax. cir- Attil cala fede è notabile l'effempio dAttilio R^gulo,che notte più preflo tor* *- e 8 nxre al fupplicio'm man de Cartagineft,che molarla fede data loro del fuo r e d e > ritorno: la onde Sillio Toeta lodandolo diffe. • silli o P Seramm dar uni nomen tua Regule proles, **• Qujlongum femperfamaglifcenteper<&uum, i Infdelis feruaffe {idem memorabere pcenis . Commenda. Appiano Aleffandrino la fede di Sesto Tompeo Magno,chc^> effendi) toccato a lui nella commune rìcondliatione fatta preffo a Tazguo ^^ lo di far una cena a Ottauìo Augnilo, e a Marcantonio ''Romano nella fua ( j r j n o capitania: Menodoro prefetto della fua armata, mentre i tre campioni Ro. s tfì.o P manijeranoinfieme,auisò SestoTompeo fecretamente,ches'eiuoleua, ha- peohom o ueapenfato di farlo, captinando Ottauio,e Marcantonio, Signor deltvni- à l fede - uerfo ; a cui riffafequell'bonorateparole,ch'eidoueafarlo da fefcn%a dir j ' £110 kalui,già con la fede agretto all'offeruan%a della parolafua. Del Re A m o & leffandrò parimente fi legge, che, fuadendogli un giorno Tarmenone vn de . fatto, ch'era cantra l'bonore, e la fede regia; rìffafe,s'ìofoffi Tarmenone, io lo farei,ma, effendo Aleffandro,non poffo. Ter qneflo il Ferrarefe Toe– ta molto mirabilmente effaltò lafede nel principio di quel canto , ehe inco– mincia^ . 5 \£e fune intorto crederò che flr'mga-> Sontacosì,'ite così legno chiodai C a (fame
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