GARZONI - La piazza universale - 1589

«ri maefiro,che fa dotto,& erudito, e fendo la dottrina vno de gli ogget– ti principali, per il quale fi mandano da i padri igiouenetti aficuola. Per |** questo narra Aulo Gellio,che Filippo Re di Macedonia, raccommandan- do MeJJandrofuo figliuolo alla difiiplina d'Anflotile, di/Je di ringraziare infinitamente gli Dei,non tanto perii naficimentod'Alejfandro,quàto che li fife nato al tempo d'un tanto Filofiofo , che con lafua dottrina marau gliofia l'hauefie ad instruire.Per il contrario uno ignorante} atto a impri– mer nella mente de gioueni talmete cofe inette, ® /ciocche, che mai p fi poffiono rimouere,® feparar da loro .Però fu molto Jauioquel Filofof) che dififie, eh'erano infelici coloro,che nafceuano seta ejfer siati i primi fondamenti piantati debita,® diligentemente. Dìceua a questo propofito quelgran Giurifconfulto di Giouan PetruccìPerugìno,chaueua daputto imparato da vn maestro ignorante alcune baie mere, delle c^ualìa pena nellaetàdifefiant'annifipoteua dimenticare. PeròS. Hieror.imonella S. Mieto- Epifolaa Leta de tiifticutioaePaula- , mmonifee ìgioueni,cbenellaver mimo. 4 e iti loro imparino quelle cofe,che nonfirn da imparare, efendo co fi m lageuole chela memoria fi fiordi quel che nella ro%aetà con tanto gusto Martin o ' • E quanto alla dottrina ,® fiufficienza del maestro , l Illustre da Fano. D o t t o r e Martino da Fano in quella epistola che fu de mode (bciendi , dichiara molto bene che cofaconuenga a vnPrecettore letterato, che h fogna eh infogni le cofe necefifarie da infegnare ; che non fi facci prega a nfpondere alle dimande defcolari ; che fa facile nell ifprimere , acuto nel fi toglier le obiettìonì,patìente nell aficoltare le contradittioni ; ragio– ninole ne fitoi detti ; fententìofo nellefue parole ^elegante nel leggere^fà– cile nell infegnare;efficace nel prononciare;fidele nelf allegare ; & utile fopra tutto in ciafeun ragionamento ò lettura che facci. Per questa cagi ne racconta Homero,che Peleo diede la cura e ilgouerno del Jùofigliuo- Hoawro. lo Achille al dottiffimo,& virtuofffmopbenice,perche egli li fife gui– da* maestro cofi nel fiare,come nel dire . Per quefilaifefja caufaedegn d imìtatione Euridice ( come dice Più tarco ) la quale, quantunque fife fichiauona,® barbara, per poter nondimeno adeuare ifuoi figliuoli uir- tuofamente,diedeopera agliìtudi] buoni,® alle difiipline; & lafua fuf– ficienza fi conofee da quello epigramma,ch ella dedicò alle mufe,il quale è quefio. Euridice duiropolì, dopo eh ella fi fodisfecefecondo il fio defide- rio delle belle dottrine,con fiero quefio titolo alle Mufie; perche, ejfendo già madre* di molta età, perche ifuoi figli già entrauano nellagiouen- tu, imparò con molta faticale lettere, che le faranno fempre vname- moriade fioislttài, ® della virtù fua. Matantopiuil dotto Maestro s'ha da ricercare per l'utilità , quanto l imperito precettore è danneuole, &nocìuo per l impernia fua, che mai fi fcorda,e tanto difficilmente fiiralajcia.Perciò nelle memorie de''fcrittorìfifitroua , cheTimotheo Mufico

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