GARZONI - La piazza universale - 1589

7** V I A Z Z A tendoaltruipiacerequello,che'mfe flefio difconuiene. Et 1 ciò fi dee amer tire leffempto di Filippo Re di Macedonia,ilquale effenio caftigato da vn fuofchiauo vndì chefifaceuapublica veditione di ferui per tener lavc- fieindofio fen-ra il de coro Regio, fece grafia a colui di refiar liberoyte- nendolo per perfonacreata,& digemili manierenelfuocócettOvEtinque ftacofafuron tanto curiofiiGreehcbepublicaronovna legge intornoaige fti,laqual fu da effi chiamata Cironomica, perche trattava del portamelo ciuile della perfma.Vlatone commendò quefia ciuiltà nelle fue Attionic't uilh&Cbrifippolbonofò né'fluoiprecetti de «ducanone liberoru . Sopra tutto gli hanno a intignare lareueren%a verfio i maggiorici rifpetto a ref giofhl'honore di beretta a tutti ivecchi,e quanto fi conuiene coi padri, con le madri, noneccedendo il modo come fall Mainardo, ch'infegnaloro dincbinarfi,& baciar la mano a quatipaffano. Bifognaparimente detefiat gli il troppo bere acciò c h abbino gli organi preparati p loftttdio,e uietar loroifolaxjipiù che poffibilfia,efiendo fientenzg di Violone, chebafiada– re tanta indulgenza alcorpo,cbe pvfiì attendere aimifieri della flofof ia.pe rò fi legge di Vitagora,che,intendeitiovn certo fuo famigliare donar fi mo to inpreda alle delitie,diffe. Cofiuinon cefia difabricarfi vna carcere mo- lefia per tutti itempi: & di Gneo "Pompeo fi narra queli'efiempio mem rabile cbein unafua infirmila commandandoli il medico, cbemangiafe vn tordo, ne potendo trouarfi, per efler fuor diMagìone,fie non ìncafadi Lui cullo Romano,huomo che per lafciuir nelle defìtte, gli haurebèe tratto firn daW Indie,difie,Dunquje,fs Lucutlo nonfofìe delitìofio,Pompeo tu\npotreb- hevìuerconhonoreèEt• cofìvollecon la parata del eibateéupetatele fmarrite, epetdute fórre»« Guardi/ìgrandemente il cautopvecettore(per trattare della inslruttìone deWanimo )che il difcepolo noprefuma prefio d lui, perche da quefia tal baldanrpfa prefontìone ne nafcerebbono infiniti errori, e tuttala machina ielle fue fatiche reBarebhe perefiadifirutta, eruinata. -perciò ben difìe ThemisloclediDiofanto fuo figliuola troppo vezzvfamenteallenato , che egli comrnandaua d tutta la Grecia-, per– che difcorreua, che Athcne comrnandaua a Greci, efìo imperava à gli Atheniefi ; à lui commandamla moglie , & lamoglie obediua ai cenni del figliuolo troppo licentìofo.. Sia diligente il maefiro neW ammonire idi fcepoli, acerrimo nel riprenderli, vcbementenell'eccitarli, e prudente nel ritenerli con quella confiderottone e'bau aia Ifiocxate intorno a Ephoro, eTbeopompafuoidìficepoli, de'qualivnodieeuahauerbifognodifterie, & l'altto difipennLTipn dette mai lafciare, cheificolari Titano in otiepe ehe à qttellaguifa, chei Cor/ieri,dqualifpefie mite viendatoil maneg– gio dé Cozzoni,fanriufeit*fitto lo {prone del Signore ;&quelliche fìla- feiamslar per molto tempo indomiti,diuentano duri, brr$arti,e fieri,cof étmenedé'fiolari, detenuti àfi ?m da 'maefirifanno ottima tiufcitanel- le lette-

RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=