GARZONI - La piazza universale - 1589
fio v i s i t a no i parenti, & gli amici VaUegrez ^e perfette della loro rìufcltd, mentre fanno fu i chiaffi ognora,fu i giuochi del continuo, fu i banchetti mattina e fera,mentre uifitano fipefio il banco di mcffer Simoneimpegnano ì tefii ci- uìlìperfei testoni,l'inftituta per quattro gatette,il Vortio p una da otto\ l'Aretino per un mocenigo, Bartolo ua a fiaffo per Ghetto, Baldo pafieg- gia fatto la loggia de i librari, e tutti i libri s accordano di fare vna raffe- gna per caminare alla uolta di Cuccagna. Altri penfieri hanno co fioro che distudiare,pur chela paga venga,p :tr che la mancia s'auuicini,pur che il poucro,e [tentato padre per le polize faccia rifonder loro il fiatarlo d'Ifa- betta , ® lacomina,del reitolfieben non aprono librone ben non entrano a alcun dottorcfe bene entrando fi numeran quadrelliin terra,o fanno fi ca fielli in aria,fe ben non fi fa altro che far la ftampinata al Bidello, fifchiar del continuo come Tapagalti alla lettiane,batter nei banchi con le mano– pole dafaldaturamper quell'afide delle fcuole con i stiletti, e rapprefientar del continuo un carneuale ,ffiega%jar le muraglie di mille imagini ffior- chiffime,dettare i lor trionfi fu le porte delle ficuolefinchiuderui dentro un Tafiquìno lagrimofio con qualche motto da Ciuetca, pare a loro che la cofia non importile fono tanto ficioperatì, e distratti in tutte lefiorii di materie* che l'effer nominati per capricciofi,fantatticifindomiti,beftioni, rompkok h , l'hanno per vn titolo da galanthuomo, e da buon compagno: e fiem cercano d 'apparer tali, ragionando fporchiffìmamente fa di loro, e bef– fando quanti paffano dinanzi alle fcuole ,fchemendo forafiieri, e terrie– ri d'ogni forteffacendoSoperchiane di dì e di notte alla pouera brigata,or- dendo infilie aizafft, & alla corte,facendo correr quefii e quell'altro,fen Za alcuna cigìone,batt'endo alle porte delle meretrici da ogni tempo, Staf– filando le ruffiane,® effe, quando fon fatollidiloro, rompendo le pignat– te per piccìoliffima occafione, dando nelle fieartate per leggieriffima cau- fa, e facendo strabalzi inauedutamente a mille a mille. Et felice colui che sa cacciar meglio carette, che sa trouar megliori inuentioni di baie , ch'I piuprattico in tutte le fraficherie,chefa meglio rubbareunpollaro,chesa\ metter più a ordine una fantafìa da por terrore allagente, come quei che fecero i dianoli ai Santiquaranta dì TreuìgUfingendo Minos,e Rbadoman lo, e Cerbero Trifauce,e un'anima cruciatane) regno dì Dite, che fecero quafi fpirare alcuni dalla paura, eh' e più audace a attaccar cartelli, ch'i più pronto a menar le manì. cb'è più ghiotto, & furfante degli altri,® in fiomma chi ha manco ceruello,in quefta fcuola dì pazzia rìefice meglio. Ma s'uno è gentil con tutiumodefio, affabìle,cortefe, letterato, giudiciofio, e fillio, quefio tale ne'moiernìfiudìì è riputato poco, non effendo della ca- terua de trafeurati,® defuiatì.Et s'altri con belliffìmo difeorfio, & felicifi- fimogiudìcio cerca di far ridotto honorato di Comedie,diTragedie,dican- to,iifiHono,ii rhetorica,dipoefia, difettaceli cimli(come pur tal uoltafie VIP ne
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