GARZONI - La piazza universale - 1589
73 4 * t Ji 2 2 U ros educando* , eam curaro , adbibuit , ut mare s bonis diTcìplìnisJ^mìn Curtìo. lanifici o fBrodirentor . Et Curdo nel quinto libro riferifce,cbc Aleffandn Magno mandò a donare alquante ucfti di Una uenute a lui di Macedonia a Sifigambri moglie del Re Dariojacendola ammonire*he,fe quelle ue- fii gli erano a core^edeffe di affuefarci le nepoti. ma piangendo la Regi na,per riputar quefia cofapermo affronto( efendo che Terfiani non ban no c ofapiù afchiuo*be porle mani nella lana) Meffandro*onofciuta l* cofia,le dimandò periono,moftrandod%auere errato per ignoranza del lor cofiume*® le diffe che quefia uefie chaueua egli indoffo era nonfol prefien tema opera difiuafioreUa, vfondo le donne Macedoniche l'effer citio della lanagrandemente. Che più : non raccontano Marco Fanone, Tlìnio,& Ferto Tompeo*he appreffio a Romani lanuoua fpofa partaua ficco taroc– ca* ilfufo* coronava di lana la porta del marito jnfiegno che queflo ejfer citio nelle cafie de'tnaritis'haueua afare dalle fiofe loro? Dipiù ( comeri- Hutarco. ferifie Vlutarco nel fuo Romolo) altempodelle no-r^e fecondenon era fbeffe volte replicato il nome di Thalafio* non per altro,fie non perche fi>ofe,vdita quefia voce, sincitaflero affane della lana, o lanificio, chei Greci chiamano Thalafiano? non riferifie pur il predetto Fefio ebeta nuouafiofafifioleua porre a federe fopra una pelle lanofia,acciò con quefia offeruanxa ueniffe a teilificare*henella cafadel marito era per attende– re a cote fio meflierofTyùn raccontano Tlinio,& Garrone ancorategli ifieffiRomani apprefio alla slatuadi bronco di Caia cecilìapofia nel tem– pio di Marco .Anco,pofiero la canocchia,la lana* il fufo come chiara me moria del pttdicisfimo effercitio di quella?.Et quefia fu quella (come nar ra Fefio) che auanti che veniffe a Rpma,fu chiamata Tanquil, moglie di Tar quinto Trifico Re de' Romanista qual fu donna di tanta probità, che nelle noz /e era il nome di Caiaper buon'augurio fbeffe uolte replicat quafiche le ffiofe hauefferoa diuenirein queflo efìercitio prattiche fi co* me narran l'hifiorie efiere Statala. E ( come narra Tito Liuio nel fine de primolibro) fiegno di gran donna da bene fu riputato in Lucretia moglie Ouidio. C ° ^ t m o » c hc dal marito, & dagioueni di Tarquinio fofie trouata la notte in cafiafial'anelile uigilanti federe in me%jp della camera,® lauo-. rare nella lana. Quindi Ouidio neWundecìmo de'Fafii dice. Inde cito paffu petitur Lucretia,cuius Ante thorum Calathi, lanaq; moìlis erat. Il Penta . E ' l Tonfano nel primo libro dell'amor Coniugale, dimofira l'ifleffoin *o. queiuerfi. Hoc Tanaquil oput,bos mores Lucretia monflrat, Thilacida hoc coniux, Telemachiq;parens. Ma che uo io raccogliendo sìpoco intorno a quefia nobiliffimaarte iataa tiauttori, edatanteferitme commendata i 2 {on effer citò Relena t
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