GARZONI - La piazza universale - 1589

P T^ì V 1 fiS A L E. 71 f bella queflo eflercìtio, come filegge inHometo nel quinto della Odiffea ? Mercurio non trouò appreso l'ifieffo nelfeflo ,la bella 'Hfnfa Calipfo figli– uola d Atlante,cbe teffeualana ? T^auficcafigliuola delRe d'Alcinoo non ritrovò la madre «Arete infitta e con lefierue occupata in queflo me- ftiero?non donò lifleffa una uefie fatta dalla madre, & dalle fiue ancilie, a Vliffe,comefilegge nelfettimo dell'Odiffeai'non filegge apprefìo Ouidio, cbe la pudica "Penelopemoglie d'Vlifie,tutto il tempocb'ei stettefuori, u l 1 0 " attefe a quefloefiercitio in quei uerfi? Forftan & narras quam fit tibi rufiica coniux, Quj£ tantum lanas non finit effe rudes. Appreso aVirgilio nel quarto della Eneida,nò fi vede che Didone appre Virgili». fentaunavefle dalei teffutaatfuo amatore Enea? & nel terzo, cbe An- dromacba Frigia ne dona un'altra a Aficanio fuofigliuolo? Mafopra tutti gli honori di queWarte è degno,&celebre queflo affatto.che la gran Regi Epifani nadel Cielo qua giàinterrau'attefe ancb'eUa. di cui dice Epifanio, che Gregori o Oper i lana?,& ferici uacabar . Talché le donne tutte hauranno da fruir- a ^ i M t ' lotfecondo la fienten%adi Gregorio Jslazianzeno, ilquale ficriuele feguenti parole r Mu\ieies dom i manea«r T domenica negoci a adminiftrenr. & in hiscoIrrm ,farram ,linum ,te]am,fuui m exerceanr .Laprim a cofapoi,cbefi fainquesTarte è il tofitrdella tana,ondefion detti i Tonditori,& il cernir- Tondi'tc» ta ,onde fon detti i Cernitori;perche la lana d'una ifleffa pecora non è tutta " & lan buonaperfare unfiolopanno,effendo che lalana del colo èd'unafiortcquel C a m t 0 [ l la delle gambe d'un'altra, qlla della coda d'un'altra, & qlla della pancia d'un altta ;onde,cauandofi da vnapecorafola tate fiotti di lana ,fiatebbeint poffibile.cheunpannoueniffe mai bene; & quando fiponeffein follo,non tterrebbe eguale,perchevna parte verrebbegroffa,&un'altra fottile,et ymfrgf l •vnaguaflarebbe l 'altra. Fatto queflo ftfigamaita da Ferghezjni fiopra un n l . graticciofatto dì certe bacchettefiottili,co due vergbettelte di corgniale» fin che ftatutta disfatta,&fi tenga tutta infieme come bobace : &poifie ne fanno certe falde gradhcbe tMaeftri chiamano pezzi, » quali s'ungono Co oglio dolìua,&conunpoco dilijjìuafórtc,& onti cbe fono ,fidanno ,ai Tett'matorhcheglipettenino con certi pettini gra ndi caua .de certefaldel Pett»n> le,che fi chiamane lo Hame;& dette faldelle fi curano p man de'famigli tori . da alcune ìmmondìtie ,che gli fon dentro, e poi fi formano certe manticlle tonde,& lunghe unpalmo,le quali fi fanno filare a rocca p fare l'ordirne* Gatteggi * ta de' patiiz& la lana poi che re fa ne pettini fifcardaffa da Scarteggini co Sjjv quei fcardafit che fi ufano nell 'arte &r fiarddfiata chi, fi fila dalle Filiere o rditot colmoltntllo> acordaaperta, p fàrnetrama; & filato cbefiailnegocicfi TeUàri. dà a ordir le tele ,onde procedono gli Orditoriy& fi teffono, onde derivano! E n i e n c Teffàri;& teffute che fono ,fì dano ariucdere,&fi uifonfalli,emedargli, Wide uengono gli Emendatovi » Compito queflo fi purgano dai Tur- t -i. * °" gadorit

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