GARZONI - La piazza universale - 1589
FNirERSAL E, jj7 , xÀttuitimo s'accompagnano à colloro i Materaffari, i Hrammazji de quali fon detti latinamente Anac liuteria, ®vengon nominati, da Lampri- Materafl» dio nella v'ita ^Hefii^abah'é^^^ElhxSpmiàié nella vita <fi Comedoin fegno chetar te di far coteìli non è modèrna, maantica. Eteffìfanncfdi lana,® fi battono bene, ® poi vengcn cuciti diligenteme nteda'maes lrì.ér fon ricetti di foldi da contrabando, quando non fi ritroua meglior luogo da allogiarli, ma più di fudore ,® durina,che di altro. Hor fu di tu iti co fioro detto affai. Ànnotarione foprailcij.Difcorfo. De'Lanaruol i vedali Celio Calcagnino ^ cart e 3 S.& 39 . D l C O M I C I, E T R A C E D I, C O S I Auttor i ,co me Recitatori , cioè degl i Hiftrfoni . Difcorf b ciij. E bene agli Httt rioni antichi (nome commune dComici,& a Tragedi ) commuaemente non fu dato honore, mentre fa– ceffsropublica profeffione di recitare, anzifuren tenuti per perfone vili,® di niuna riputationepreffpa tutti,ondefuro cacciatimolteuoltefconie.nàfa.S'ueiofio^ di "Roma uer goghofamente, ® , ripulfìdaglihònorìdè'cittadini, ® de fidali, come at– tera Cicerone ne fuoi libri della 'Rgpublica, e Tito Liuto nel 7. libr o delle fine j c e r oe Hiiìorie; nondimeno a qualche particolare famofo, ® celebre nell'anione, J_; U Ì 0 è affegnata anticamente quella parte digloria,chepuotemeritare la virtù, ®" il valorein quella tal profeffone ptibticamente dimostrato. Quindi av– viene, che Macrobìonelterzo libro de juoi Saturnali difenda dalla viltà CarteHisìrioniea con l'effempìodi Rofcio Amarne,® èficpoHìsì rieri Macrcbio chefuron fi famigliari, à M-Tullio, che difendeva le Icr (.c/è,teme egregia mente, ®ftngotar mente dette, liehe fi vede apertamente in quella Iel– la orationeneäa qual riprende il popolo %omano, per hauer tumultuato, mentre che Kofio [omediante rtàtaua, ® hßeffoera feine di conten– der talhora, & far come una prova ,/ e Rofciò con maggior copia tìigesli, che eglicon eleganza di parole prononciaffe una fentenza . la qual e oft traffe in tanta fiducia l hi ftodene, ch'osò di publicar un libronet quale fe– ce comp aratiene della fina arteinfiemt•coni'eloquenza, e fotra tutto fu cefi caro a Lucio Siila, che i effendo lui dittatore , da quello ottenne in do– no un belli/fimo anello d'oro: Oltfa che del publico ricenette oggigior– no mille denari, fenza le regaglie, per fina mercede. Et Efipo effer- *s{a a citando '
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