GARZONI - La piazza universale - 1589
73 8 f i A L Z A citando lafuaprofefìone, diuenne fi ricco, cbe (come narra Macrobio) laficiò ducento fiettertij àfuo figliuolo, il quale (comerecita "Plinio) fu progido talmente, che alcuna uolta appofie, nelle cene le margarite li- ©ione, quefiattenello aceto. Di Tilade Hittrione racconta Dione (faffio, cbe fu grato fiopra modo à l ^erua Coccerio, & fu fauorito dall'afiislenia dAugnilo , mentre fingendo ÌHercol furente, ardi di trar le jaette fra'l popolo iìando fido l'iftejfo fmper odore . E di "Publio Siro nar– ra Macrobio nel Jecondo libro dei fiuoi Saturnali, che dopo una Come- dia, nella quale recitò egregiamente, li fu data la palma da Cefiare, & fu anteposto anco a Laberio Cauallier%omanò, che perfino amore entrando in Scena , fi fece riputare un grand'huomo, & acquifiò vno anello, e cinquecento fiejìertij per l'eccellenza fina . fra celebrati Co- micie nominato ancorali Greco 2 ^icottrato,il quale per k fua_frofcf fione,bàia}'ciato luogo aquelprouerbio ., Omni a furiarci mo i eNi c o - ftraci. E Poto Hiflrlone conia chiarezza della uoce, con la gralia del gefio, conlavenufìàdelparlare,fra tuttii Greci viene effaltatoàfim- mo grado, onde diluì fi legge, che, fìngendo inAthene l'Elettrodi So– focle Poeta, che portava un'urina dell'offa d'Orette, eifreffe tanto poli mente con le parole ìimagine della co fa, cbe fece lagrimar dirottamene te tuttii Spettatori. A tempi nofiris'è tatto vn Fabio fornica, ilqual trafimutaua di rubicondo in pallido* di pallido in rubicondo,come allupa- rem, & delfuo modo, della fiuagratia, delfiuo gentil dificorrere, daua am miratone, ettupore atuttala fitta audìenza . La gratiofia lfabella de– coro delle feene , ornamento deiTheatri, flettacelo fuperbo non m no di virtù, che di bellezza,ha illuflrato ancora lei quetta profejfcne, in modo, che, mentre il inondo durarà, mentre ttaramo i ficolì, mentre hauran v'itagli ordini, e i tempi, ogni voce, ogni lingua ogni grido rìfm rà il celebre nome d'lfabella. <Deu« dotta Vicenza non par lo,che,imitan– do la facondia Ciceroniana, hapotto l'arte fornica in concorrenza un [oratoria, e parte con la beltà mirabile, parie c on la gr alia indicibile^, ha eretto uno ampliffimo trionfo di fi ttelfa al mondo spettatore, fac dofi diuulgareper la più eccellerne Comediante di nottractade. T^on la fio da parte quella Lidia gentile della patria mia, che con fi p oliti dìjcorfi, & confi bella gratta, piangendo un dì per Adriano, laficiòin un mar dì pene iaffannato.core di quel Poeta, che perfo nelfuo amore le mandò quel folle to che comincia. Lidia mia il dì che d'Adrian per forte Ti {Ir infie amor con mille nodi l'alma, lo vidi il mar che fu per luìfi in calma Ame turbato minac dar la morte. Ma fopr a tutto pormi degna d'ut elfi bonori quella diurna Vittoria
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