GARZONI - La piazza universale - 1589
V 71 1 V t R S U l E. 74 $ diWarfienico,' &del i Eìfiga!lo , permoflrarl'eccellente prova della lor Tberiaca, bifogna auuertire, che elfi, avanti che /aitino in banco, mangia– no à crepa corpo nel tempo dellaeilade quantità grande di lattuehe cru– de acconcieifi in/alata, con tantooglio, che quaft vi nuotino ; & perche di •queste tenere malagevolmente nepoffono ritrouareil verno, mangiano in lor cambio trippe di buoi ben graffe,® ben cotte-, per fino che lo fornace fa ben tefo come un tamburo; ilche fanno,acciò che quelle con la gr.fi Zj- %a del brodo,® groffezga della foTtanza loro, ® le lattughe con la fri– gidità,® col molto oglio che vi mettono, oltre all'impedimento che fame attranfito delveleno , col ferrare delle vie interiori • fpegnano ancora l'a– cutezza corrafua dell'arfienico,® del Kifìgallo , chei manigoldi fi mangia no. benché con maggior furbarie fi ne vanno vn'hora, evero due ovati che fallino in bachofm una fipeciaria la più vici na che .fa al catone della piaz^- za dove voglion predicare,® fattofmostrar-dallo fpeeialela fiatala del– l'JLrfenico,ne adocchiano, due ouer trepezji, fecondo l'intento loro, & fannoio pi egare in un foglio di carta; & lafiianlo nella iflefa fcatola, pre– gando lof pedale, che, quando faranno in banco , lo vogliano dare à chi da loro farà là mandato per effo,® quando èli tempo, lo mandano à piglia re,® aprono in tanto una fcatola grande piena di tutti i beffili della lor falfa tberiaca, al coperchio della quale fon di dentro attaccati con cera di- uer fi pezzi duna mistura fatta di zuebero e andito, farina d'amilo, ® al– tre co fi, che del tutto fi rafifembra in fattezze, & in gradez^a à queipez^ %i di ueroarfenico prima adocchiato da loro nella fpeciaria, ® con cau– tela mirabile mangia questo in vece cicli'arfienico, & illude i babbìoni, che fipenfiinolui hauer mangiato l'arfienico nero, edouer con la tberiaca fiua fare vn miracolo dinanzi à tanta turba. Oltra che initruijeano alcuni ra– gazzi, & gli vfino à tenere il fiato, e sbardelargli occhi, e torcer la bec– cai il collo, e cambiar fi di colore, facendoli alcune legature fiopra igombìti delle braccia ben strette , affine che i spiritili abbiano impedito il tron– fino per l'arterie da fendere alle mani, per far 'apparere e habbiano per- fio il polfio, ® quando gli hanno dato la mentita tberiaca, fanno da un fruì tare, voltando un certo bottone, allargar le strettoie, & recuperar pian- piano il polfio che pareo fimarritto, e il fiato che pareva efiinto, ingannati • do e gentil h uomini, • e villani conquesto maestrìa così malitiofi , e frau– dolente. Quegli altri che fi fan ehiamare della Cafa di S. Taolo •, & che vendono quella ballotta di terra, la quale stemprando in un bicchier divino, danno da ber e ai contadini, non fin men furbi. .e ghiotti dicello ro, comtmtà il Mattkioli nel predetto libro al capitolo quadragtfimo, oue auuertifee, che falfimente fiuan nominando della cafa di S. Taolo, effenào quafi tutti da Leccia di Vuglit, ò di qualche altro luogo circondi tino, e però facilmente dijcefi dai popoli Marfi lor propinqui, i quali fu- Aaa 4 rono
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