GARZONI - La piazza universale - 1589
3 8 9 t vi Z Z U, ^ BatTifta m a mportawzafBattìtta Egnatio raccontale Sigifmondo Imperatóreae- SifiTmÒn- cu f AU * 1 Trenùpi di Cjerntania,percbe haueffero in odiose in abh d« Impé- n f k tettere•;&, che effo riprefom giorno di troppo amore ver/o perfonc ratore a— bumili,malettcrate,difje quella bellarifaBa. Jigo eOSamos,quosvir mic o de - tutibus. & do£ttina(ex ijs-eni m nobilitate m metior)c£tero Ilv"ittr - t e c e l l e r e Video. a il Volterrano HiHorico loda infinitamente ilgloriofo rano. DucaTorfo Eftenfeper effer Ftatone'fuoi tempiamoreudiffimofautore de'letter ati,e v'irtuofi. Male manieregentUi ) amoreuoti ) pie,&cortefìco\ fudditifono la vita propria d'un fignore.Quindifu amato tanto l'Impera^ Tito Impe tore Tito,il quale per la bontà..& amor euoleixa fuafu chiamato ledelicie j-atore di del feccia humano .Di Uleffandro Magno (par lo ber a della liberalità) na rieri fA . S e m C a ™lfecondo libro de benefìci]che,cbiedendogli vnc vn denaro ,li be neéa. diede una cut addicendo egli di non meritar tanto dono,riJpofe effo Alefsad r o quadr o qui d te accider e opotteat,fe d qui d me dare/Perà di cortefi queHo pr op ofito ii figlimi del Re stafferfe,efjer eofa più regale il far fa ™aìomone U O r e , e b e n c ^ c l 0 ^ } e i l t o r l ° • Donumhominis (èferin o nevrouerbij} sL°oTonte dilat atyia m eius , &antePrincipe s ipatiumeiusfacit . Te Cyrofcriue Senofonte,cbe i fuoi thefori erangli amici,'.be domando s' fiaua; e che gli ifieffi eran chiamati da lui occhi del *Rj> & orecchie de Efaia. percbegli riferiua.no quato vedeuano,e quanto vdiuano. Quad® Efaian S.Matteo , fiacre lettere (ritorno allabotà)pregaua Iddi<r,cbemadaffeil Meffiam te ITB chiamò agnello per labontà condecente a quello dicendo. Emitt u o _ e r o a ~ Agnn m Domin e dominatore m tci-xxrperò in $, Marc+è firitto Vopifco . EcceRe x tuusvenittib i maniuetus.i'ewo i nell'ero della Cl Ckadia - à!Z{erone,fcriuequefieparole. Magn i cert e animici ! placi d u effe no- 6 £traquillum,aciniurias ; òppreflionequ e lèmper defpicere . fi Beroaldo ancor lui,nel trattato dellafelicità,dice,che laprima dote dei % . fecondoVopifco,èlaclemenza>&labmignìtàsperciòapprefoClaudiana Toeta Theodofw foggiamene commanda a Honorio fuo figliuolo dicend Skpiw in primis; nam, cum vincamur in.cmni Munere,folaDeosxquat dementia nobis umiliò ^ Gìu ^ oCm 'dlonell or adone al magnammo ReFrantefco per il Vef m i ' TaUai'.icino;vfa quel bel periodo di parole. Se noi crediamo, che per gr peccatore eh'egli fiato fuff e, che bauenào dimandato perdono a Dìo fi dallafua mifericordia abbracciato, cbkdedendoil medefimo perdono à fir aMaeslà,vorràetia lontanar fi da quello che hafatto T>io ?Deh mifer .Salomone cordiofo Re,Deb clmentiffimo MenarcadeCbrislianiRegni nen veglial Ariftotik. perfettiffimo giudicio votivo fare adaltrui quello in terra, che per fe non vorrebbe in cielo. La dijcreta prudenza nelgouernare e molto neceffari ancor tffa a vn. Signore. Verqueslo èferino neWEcckfiaHìco al decimo» Principatu s fenfat i ftabilìserit. Rex auté infipiensperdi t pop l u i uu . E ^riiUtiieneli'Micadiffe. N e m o iuucnc s digi t in D u c & ] " qui a
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