GARZONI - La piazza universale - 1589
7 4« ' P I A Z Z A . fiffe per vedere,&.affollare, & ecco in un tratto fida principio conlir gita Fiorentintfica a qualche populata ridicotofia, e m questo mago la pu taprepara-.il cerchiofuihanco ,efì gettain quattro a pigliar l'anello fvo radel cerchio ; e poi (opra due fiade t itole vna moneta indietro stravacc tx,porgendovn tirano defiderio alpopolo della fualafciuia grata: ma fo nitala botta, fi torta, nelle ballote, e il cerchio fi diftmìfee, non potendo s pia faldo allo fiontro de 'buffolotti the vanno in volta. vn'altra pa della piazzail Milane fi-con la èeretta di ueluto in tetta, & con la perni** bianca alla guelfa, vettito nobilmente dafignore', finge l'innamorato gradella,il qualfi-ride del padrone, li fa le fiche in fui uifoje mecche di tro, fi proferifee al fitto commado prontififimo apigliare ima fimma di b fonate, fi tira il capello fui mofìaccio , cacciamano al tempririno, eco ghocchittorti,co un viforabbuffato,conmgrugno di porco, conunguar do in sberleffo ver fi i rìttedi del fio padrone, fa mostra di fi fieffo ceme d'un can mattino corrucciato ; ma pianpiano,vedcndo l'incontro degli ini tmciydiuentapar alitico, e tremando di paura, & lordandofi in fui ban fidàin preda ai calcagni, e lafciail Milanefefra le fiatale, &f ampolle^ inmezzoddlapiazzaimpcttolato. Fornita questahitteria,Cradellafa vttafquaquarata di uoce, e di canto molto finora ; onero fìnge l'orbo caglinolo in mano in luogo di tiorba ; e poi fi comincia linuention delle balle dì Macalepo che dura due bore, onde gli auditori ttomacba ti fi par tana beffando il fiocco fieretano, che sì a pur {aldo fvie ir Ze -ite delle groffe, & delle picciole due foldi,protettando al cielo, & terra di non uoler calare, fenon quando l'audienza parte fenza dirbuon fera ,ne tor comiato d'alcuna firte.Ma,fe lafera ifieffa non montaffe in b co Mattre Lione addottorato a tizza-fvfina, e non donaffe un cartoccino d polvere da vermi per ipiccioli figliuoli, e col fio vccellaZZ 0 a PP re /f° caffetta non uccellaffe qualche bezzo per mala forte, la grima ttarebb frefea, che il %e di Cappadocìanon potrìa rifondere imito di S.Lorezo per star graffi come fi deue. S, fie il Cieco da Forlì con qualche bel fìra to, cconqttalcbe barzelletta aliimprouifa , nonrubbaffeunpocchetto daudienza, per bufear quelli che fanno cantar gli orbiftl G 'maldo a ff battuti truccar ebbe per la calcofia, e lafi iar ebbe il durengo adietro, lafiiar quanto prima la d'iterata compagnia del fino "Padrone. Nonman ca zan dalla uigna di farfi innan zi ancora lui, e con diverfe bagatelle tra tener la brigata, facido paffarper arte,e per parte di maflro mvchio, o la brigata fcoppia dalle rifa, uedendoigefii di fimia,gli attìdababuino, er le dinerfie {caramelle di mano, che fa alla prefenza di tutti ; & di ciò nobiltà ride, la plebe fgrignafil villano creppa,a veder tanti motivi di c po,tante destrezze dimano, tante fvfarie.,& fa ,e che dice in unfiato / 2 ^eCatullo con lafitta lira,neilManicano uefiito da Zani hanno timore, ò sfa-
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