GARZONI - La piazza universale - 1589
F 7Sf I F E R S l E. Annotationefoprai l ciiij . Di/c . 74 9 Cercaifpettacol i Vedanfìi MifcellaneidelPolitiano" , ajoap.cS.cof i Pietr» Crinito,ne l libr o n,d e Honeft a Difcip.a l cap . 7, E circ a i Certtan i leggal i il libr o de'Secret i dell'Vuchero, a cart e 13 *.&3 14. e 155. & i l Rhodigino ; nel x libro-i l cap 35-. DB" L IGNA I V O LI , O M A R A N G O N I , TOR - nidon , Bottari , Cadregarijntagliator i dilegno,Interfia - tori , SbofcadorijSpezzazochijSegarini.ZoccolaijCe - ftari,o Caneftrari , Cailien , Scatolier i ,Lauo - rator i in Od o ,in madr i di perle , &. Cimili. Difc . cv . 'ART E ingeniofidilauorarné'legnami,onde fìcauailno- me di lignaiuoli, 0 Mar agoni, che in latino fi chiamano. Ea- brilignarij,oueramenteCarpentarij,trafile l'origine fiua dal perfido Caimo,il qual fu il primo ( come dice Bernardino de Buììinella fcomlap.irtedel fito Bufarlo } che edifi'caffècit Bernardi tadi,&cafe,oiie fu di m'iftiero cb'interucnificl'opra de'lignaiuoli dall'an- node'Bu - tkbità fi bene illustri, ma dal /oggetto ìnuentore ditalmeiliero molto abietti,® vili. Et par che questo meiliero innxnzial dilanio foffenobili tata da 2 \(<>e, perche nel Genefial capitolo festo fi trcua fritto, ch'effo formò queliarcaianto celebre di leoni piotati,® politi, con le fue stante dentro,vrtie di bitume interior mente,® eiìeriormente;oue fi comprende che fapefe molto ben quefi'artefu fabricata ancoral'arca delpatto, ilta- « j j . bernacolo del tempio,e molto altre cofe facre del'ivna ® l'altra legge.Tli- l o nio nel fettimo vuole,che quefi'arte fia slata la Dedalo la prima volta tro uataA cui attribuìfee anco linuentione del phmbino, delta trivella, ®* della cotla,con che i legni fi con fiongono, affegnando poi la fquadra, e far cbìpenxfioloa Tbeodoro Samio. Quest'arte ha granàffimafìmUitudine co quella delFabro,fiper caufa delmodello,chenell'una ® l'altra firicer- ca,fi'perche s'estende a diuerfe materie, come quella onde fon talmente congionteinfteme, che 'riènataqttettaantica quell'ione chi fu prima -i, il mir tello, ò il manico. A lei sapperiitne di faper molte cofe, lapri ma delle quali è il faper bene aguzzarci ferri di propria mano, ches t'aioprano nell'arte , ® appreffò [quadrar bene vn legno , drizzar bene una tavola, quando foffe fguefzdf'd che fi facon metterla in fqua~ droalte teste , ® con due righe rimirarla bene» E neceffarió ancora, faper e adoprar lo [quadro, vfiire il compaffo, & il cartone , ® fa– per fare d?vn quadro un tondo , ® dvn tondo vn quadro , <& faper»
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