GARZONI - La piazza universale - 1589

V N IV É R S l E, 75 1 [quadrare, dolore, drizzare, tagliare i nodi, piallare, difgroßare, putire, /egare, volgete commettere, incastrare, incolorare, [oppreffare, forare^, metterregoli, conficcare,[conficcare,incauare,&fmilialtre cofe. Fra Ugnai uoli/ono i primi gli sbofiadori, i quali appo Catone fon detti Colti- Sbofcad catores nel verbo collocare, che fignifica sbofiare. ondeColumeìlanelfi- r c 0 ; u m e condolibro diffe . Nequeaibore m feru s collucare permittitnr . Et a j a - quefli fi appertiene hauer confderatione, de tempi commodo per taglia– re i legnami, & [opra tutto delle lune acciò tagliandofi in cattiva luna, non attenga loro come aìtrauidis. Martino di Vgubbiafchan tante tar– me dentro > che la camera del capellino par chabbiafit'lfo'arovnocffer* citoditopi, che ruodano del continuo. Edietro a quelli vengono i figa– ri ii l'arte de quali fu, fecondo "Plinio,da Dedalo ritrouata, benché Otti- Segarmi , dio neS ottano iella Metamerfofi l'attrìbuìn ci a Per die e nipote di 'Deda– le -, come gli affegna anco il com paffo, e 'Diodoro nel quinto voglia, che Talao della forella di Dedalo fìgliitolola trouaffe. Quefli aggiustano i le– gni coi piombini, tirando i figni roffi, dietro a quali vanfiegando, mentre igrojfi tronchi fon da [osiegni appejì in alto,e tal meiliero è vilìjfimo, & faticofi affatto bifognando stentar continuamente in raffrenar, queipefi grani, e in racconciar le fighe, alle quali fi guastano i denti per gli duri nodi, che nélegnami fi ritrovano. Si trono poi la figa ò da acqua, oda braccia, coi denti fitai, ei[no telar 0, ci letto, il carro, i morelli, i corlettià ruotali, la ruota con la moia [ita, e con la vangolina, eglivntini, e manuel– le, <&• qui fina le tonale, lechiauicelle, le cantinelle,® filmili cofie. Con co» flora annoverati [orto ifpezX a Xocchi, i quali fin fiati detti nel latino idioma coafradtore s ; onero confciiiòues ftipiram, il qual miitiero da afino ve- Spezza— ramente, perchebifiogna fidarfuoradi modo nell'adoprar quel mazzo ™ cc u graue da fichiaparli, & altro artificio non hanno in loro,[e non che bi- [ogna con la ficure tener dritto, & con le biette, acciò non gli auenga -t quello, cheanenne a Tognazgo da Pezzuola, che [chiappando vn [canno, da far fuoco alla pignatta dalle lafagne, mentre volle guardare , fila Menegala [ch'umana, diede un colpo in trauerfiio, e fi tagliò quafi una _ gamba da fi mede fimo. (fin questi altri vengono i Cadregari, distìnti t L r * in norie Specie fra loro, perche altri fabricano cathedre di noce, altri di paniera, altri di corame, altri fanno banchetti, efeanni, lequai cofie tut– te tengon 0 a unj finalmente, & quanto più presto fi rompono, tanto mag– gior piacere, ne ricettano per caufia del guadagno che dal rifarle nefuc- cele. Cofii TSjttari; innentianetrovata,, fecondoLaertio, damecrto BottarL Pfiufippo di talpfofeffione maestro, ì quali fon detti,fecondo Plinio, Do- Ihr'ij, latinamente,oueroVittotes,ficondo r Budeofdalverbovieo. che II Bodeo, fignifica ligare, onero accerchiare, perche effi mettono i cerchi alle bot– ri, <&le stringono con effi^acciò'duino non efica fuori. Gli 'lustramentidi cofioro

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