GARZONI - La piazza universale - 1589
7 5 2 T 1 A Z Z U costoro fono il colteHazzpJl mazzuolo,la biettaja dirittoraàleane lo stop– pino,& iatt'ionifono il cerchiarle, acconciare ilfendo, le doghe,.le ligatu- reil manfano, il cacbiume, lo ffinaccio, la cannol a.ìa sfina,e coSìoro fabri- cano botacci, bariglitti, vaffelletti. mezjlaruole, ter%aruclc, quarte, bari- ~li, bariglioni, caratelli, maflelle, mailellette, tine, tinelli, e cojc tali. le bot te marauigl'wfe d'Italia fon quelle poi di Santa Giulììna di Tadoa, & dell* Madonna di Loretto. Vengono conquesti ,anz} fopraquesti iTcrnidcri, Tornido - , / , f fon latinamente addimandati Vzfcuhriy, de quali intefi M. Tu MTuili o m ' lla f e f ta - Verrina in quelle parole In.iegia m -vafculariosconuocar i i u " bttl'inflrumento di quella pròfeffonefiihiamalatinamente Tornus , e fu trottato de Theodoro Samiofecondo Tlinio attero da Talao nepcte di D Virgilio . dalojecondo Diodoro, di quefio inflromento parlò Virgilio nell'Egloga ter– za dicendo. Lentaquibustornafacitisftperadditauitis. Plinio. I" quella profeffione è celebrato da Tlinio nel fesladecimo libro Tericle, il quale fece decalici a torno molto politi, & belli, t ^f tempi nostri intefo da alcuni dilcttarft di quest'arte nobile il fireniffimo'Duca éFer- rara,comeTrencipe,ingeniofo, <&amolteprof"effioaidigniffme perfua natura inclinato fi come parimente l'illus~iriffìmo Signor Don tsflfcnfo fuozjoè molto inuaghito dell'arte del cortellaro, ouemettequclttmpo, che da più gratti negocifli fop r aitanti. Gli infrementi quef.i fino il torno,i pigazxj, la mazza, la corda, la calcola, la chiudara, le fialette fi ferrìfo da difgr affare, a da polirei torti la rafia, il maglio cai quai fan bu fili, catini piati, taglieri, cucthiari, cazze di legno,calamari, croci, bolla- lauorato dori, polu crini, cannole, sfole, palarne, & cefi tali.- Da questi dipend & madre "° ' l a u o r m r ì m °ffi>> & madri diperle,huomm ài- nuoua inuentione,bcn diperl« c h e v l m i 0 n e l ì ' - ' r o WWO alcapitolo vndecimo faccia mentionedi (arbilio Tollione, che fu il primo, che cominciò figare igufii delle dtsluggim'm Amano, piatire, per ornarne le lettere,&gli armari, & Arriano nella T^auiga- tione del mar roffo fritta da lui fpetfo facci mentirne de lauori di teslug gini, i quali erano prefittagli antichi, cerne quei di madre diperle preff anoi oforjecome la Tarfta.ccfloro poifabruanopaternofricaualieri,buf fiti,mariuhi, forcine, cucthhri, agnusdei, caLmari,& con uno archetto CeftarLò folo, e cinque,o fei ferri operano il tutto. I Ctflp.ri-,0 Canifircri fanno c Caneftra ffÌ,ce/2c/tì,ceJM^ damtja ,COr Scarolier - * ^gabbie diuerfe, & cefi fatte cefi, ffiatolieri forno fcatole Caffieri.* de >° <l u ? dr efiatolini,efcatoloni, col coperchio, col fondo e i lati loro. 1 Cafferi fanno caffè, caffelle, caffittini frigni, eaffoni, arche,arcefle coffi- ni, banchi, for aeri, forcieretti, con quelle maniere aiuerfe, che in tutti Zoccola- ricercano . I zoccolari fanne le pianelle di legno dette latinamencnte si, lopodia,&in volgare zoccoli, nel qual mestieri intcruiene-j poca fat– tura
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