GARZONI - La piazza universale - 1589
V ^ l V l K S A l f . qui a no n eonfia t eos efleprudentes.*.& . cuiauttoritàfi cauaquato fcioccamente fian gouernate quelle 'Republiche, neUequali i principali re- gimenti fon dati à gioueni,e la uecchiaia depreffa, e mifer amente sbattuta. Sffempio ne tempi noftri infelici prefi da molti, che folamente curando di mantenerfiinftatofmalzano aprimi vffieij lagiouentù compagna delie lor itogliele ben digiudicio uacua,di confcien%apouera,di fenno deilituta,ein tutti i uitij non meno infelicemente, the uituperofamente immerfa : Cefa infame,e dishonorata,e degna d eterno biafimo appreffo à buoni. Ma fo~ fra tutto lagiuflitia, e l'equità coniene mirabilmete a un Signor e,& è prò prio ufficio et un Signore ilfarg'vtdicio,etgiuilitìa.Tero di Salomone èfirit jo nel terreo de i %e. Conftitu i te Regem>v t facere s iudiciurn , éc iu ftitiam . Ter chef come dice Macrobio nel primo libro De iomni o Sci Macr pionis)fineiuftitianonlb]umRefpublica , ne c exiguushomì- nu castus,ne c quide m paru a domu s conftabit . Cipriano nel libro s - C l P delle dodici abufìoni, lodando la giuflitìa de' s 'ignori èffe, Iuftiti a Regi s n ° ' eftpaxpopu]orù,tutaraépatria:dmmunitaspIebis,nutrimv!tu H e ] j i u n _ gentisgaudiumhominu . ScriueHelinandonegefiì de%omani,cbe ^o . Traiano lmperatorefu tantogiuslo,che uccifo unfigliuolo d'una certa ue- Traian doa da un figlimi fuo,per un flrano cafo d'un fuo caualio sfrenato, e (cape- giufìc s~lrato,per cofolar la madre dolete, e rammaricata, li coceffeil proprio fi– gliuolo infume con Ih eredità del regno:per la qual co fa nel fenato fu e fila- mato in fu J lode. No alte r fadicio r Ausuftcxne c melio r Traiano . pT • - • «Squero c LampridioJcnue,cbe Akffandro Seuerofu tato giufio,che mai furò co- ^ Q Hom slitutione alcuna fintati eofiglio di ubiti litrifperiti huomìni dottiffi) ni ,e r o Giu fapientiffimi.lSfofenzaragionediceuaHomerofiTrecipiefferdifiepoli del niano. fommo Gioue,douedo da effo imparar lagiuslitiane'gauerni de'fuoiregni. L'imperater Giustiniano diffé.a qucflo propofito nel principio delle fue vi- flitutioni, che, Imperatoria m maieflatenófòluarmis decorata , fed etiàlegibus oporte t ell e armatam , vtvtrùque tepu s èc bel – lori! , & pacis,rect è po11hzubcman.Quindiidottifirittori l'hanno cotato celebratacelo per eccitare i Signori a'cari abbracciamenti d'effa M. Tullio nel terra de'Juoi uffici! èffe quefieparole. Qui vera glori a adip i M. Tu fei vult,iuftiti£e fundatu r offic i js. Tlatone nella jua 'Rgpublica la chia mò un fommo bene dato dal cielo agli buomini per l'utile, egiouameto loro. Pla ^Ariftotele nel 5 .deìl'Sthica dijfe,nellagiuflìtia contener fi tutte le uirtu,fe- A n f t o t i I c .tondo il detto deiToeta. lusiitia'mfefeuirtutescontinetomnes. Àtheneo, nelle cene de' fuoifapienti, la chiamò occhio d'oro. Alberto Lol- t, è .lio,nell'oratione per meffer Bartholomeo Ferrino la chiamò madre, origi- Alberto!' ne,fònte,regola,e Reina di tutte l'altre uirtà.flReuerendifiimo Monfignor Lollio. ' Fiama Tredicator famofo delletà noslra,e Toetafegnalato ancora, la de- fcriffe cofi,dicendoin unafua oda. Questa de la natura, C 4 tUH
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