GARZONI - La piazza universale - 1589

V N 1 F E R S A Z E . 70 " s ebrietà m'attuò, efera Discorrano adunque i Golomastici, come Stefano SYjge r nel libro D e ni mia obfoniorumappetentia ,c /?e^«e£? o wfi o è fiat 10 come vn Bridreo Tergem'mio,ocomeun Cerbero Trifauce, hauendo in [e tre monflruofe qualitànon foleffofe, ma veramente detestabili apprefb Qua agi'animi gentili,e virtuofi'. La prima èvn'appetito dicibi,&dibeuande ^ j " l ue troppo affettate } edeliciofe;la feconda è un intemperanza graue nelpafccr' j j s ' fidi effe preponendola dolcezza del cibo all'util proprio, la qual da Greci è dimandata Gastrimargia; la terza è una estremità fastidiofa fenza ma- do\& fenza regola et alcuna forte nel cibar fi, la quale è con voeabulo Gre– co chiamata oppophagìa,nella quale estremità fi ravolfie quel Ciacco Fiore tino,che mangiò tante rane,cbe creppò per mezo,onde, trouandol Date nel Dant l'inferno, fcriue cefi d'effo. ' Voi cittadm mi chiamavate Ciacco, cioè porcello V Ter la dannefa colpa dellagok, Hor come vedi alla pioggia mi fiacco, Mali del- E dietro alle qualità cattiue, epeffimedi questo federato vitto deferivano i a , 00 'imj .fi infiniti e i danni innvmerabili,che da quello deriuano, ondeS. Tho- mafo, in 2.2 .allaqueft.i ^S.quafìin vn fiaficioraccoglie, che la gola obnu S. Thoma hila l'intelletto con la famofità de'cibi, per questo dice Hieronimo Sani o . fo. efifer flato un proverbio preffo a Gfcci,Che venre r pingni s n ó genera t fen su renue m .• difiordina l'affetto con la dolcezza de'lauti bocconi deforma laloquella impedita dalla crapula,® ebrietà manifelìa ; rende fatto efle- riore inboneflo,provocando ognuno ài rifo per i gesti brutti, e deformi co– me quei d'vnfimiotto; imbratta il corpo con l'ardore della concupìfilza; s # Abolii. inducepenuriad ogni cofiaperche ( come dice Agostin Santo ) Vbicunq; quajritcar o refeótionéjinuenit defect i onem, o mancandola robba,o no potendo fupplire il ventre.cagiena durezza contra il proffimo,con l'effem pio del ricco Epulonepriuo dimifiricordiaverfio Lazaro; e finalmente ab chrifoft o breuiala vita. OndeChrifioitomo Santo,parladode'nocumenti dellagola, m o Sato dice. Corpu s ex fort i fitdebile,ex agil i graue, & formof o deforme , ex fan o aegrotu m exiuueneantiquu,&veteranumje x viuoq;mo rtuu.c f 11 fiauio chiaramente dice. Mult o plure s occidi r crapul a g, gladius . et Giù Giu uenale nella Satira prima. HÌncfubiumortes,atq; intépesta* fienetttts. E ù r e b ; 0 E'ffebioapropofitonarra, che'Domitio Afroftngorganàouna moltitudi– ne di cibi,mentre cenava, perì nclconfpetto di tutti a menfa. Et il medefi- Alb mo amene ad Anieberto TZgdegli Angli. esftberto Magno nel terzo li Magno bro delfino copedio,enumeràndo i mali che naficon dallagota, dice, che que- 'BaHÌdrà par tori fee prima la fcurrilità diffoluta; onde es &nbrofio Santt, nellib. D e lehmìò.dicea a ppofìto.Cù ebri j fuerint,d e corinenti a difp u ' tant , ib i imufquifqu e pugna s fuasenarrar , ibiforti a faiftapredica t u i nomadidus , & fomn o folutu s nefci t ment e qui d lingu a proferar . S. Hiero – nimo .

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