GARZONI - La piazza universale - 1589

tu non fi vergogni di riprendere vno vbbr'mo ? Fra motti dtfmulaiione èpoflo queUqdi Sceuela, che chiedendogli Settumelio buomo autxto ica dar feto perVrefeminAfn,glidiffe.,Checmhitupazxp chefeiì Si grandecilnumeroécattiutcittadmì, ch'io fafficuro,chefestéà Roma, in Sfocio di pochi anni acquifteraigran theforo:douepar che lo configligra uemetite,&pur lidavna botta coperta, arguto di diuifione è quello Hippon e iHipponeFìlofofo,chedijfe.fonduigiorni foauiffimiconlamoglie,Ivno Filofoto . q uan do la fi mena, l'altro quando la fi'manikmrtafuordUafa. Mè0* di nominatione arguta fu quello di Scipione Africano cantra quel Centfc rione, che nel conflitto di Taolà Emilio cóntraad Annibale ,ft fcufitua dì. nonefferHato,perhauercuHoditogliaUoggiammti,accw cendo. Io non amo le perfone troppo diligenti. *2V motti dintelligen%a oppofita ci è quello di Fabio Maffimo ,che, hauendoLiuio Satinarne per- dutoTaranto fatuandolarocca,&effodapoiracquiflatolo,(^pregando– lo effo Liuio,chefì ricordaffe, che per opera fua l'haueua racquiflata,dijfe. Et perche non me ne debbo ricordare ì Io non l'kanreì mai racquietata, fé tu non l'bauejfi perduta. Fra motti di rimordimento, o per le rime, è pofìo quello da Quintiliano, che dicendo Catullo à Filippo, perche ab– bai? efforiffiofe. perche vedo vacane. St quelle di Galeotto da T^arni, che paffando per Siena fi fermò in vna strada à dimandar dell'hoftaria,& vedendolo vn Sanefie cofi corpulento, come era, èffe ridendo. Glial tfiportanelebolgiedietro,& cottuile portadauànti. Galeotto fubito riffiofe. Cofi fifa in terra di ladri. 'Demottidi ragione ci è quello à'AU- gutto, che conciandogli i Tarraconefidnapalmaefiernatanel fuo alte– rcai qui fi vede (diffe egli) quanto fieffofatefacrificio per me. Fra mot– ti dicontrapofitioneè poHo quello di quel Genoefe, ch'era molto prodigo nel fendere, ilquol riprefo da •mcvfuraroauariffimo, che gli diffe. Hor quando ceffarai mai tu di gittar vìa le tue facoltà ? allhora (riffiof e) che tu di rubbar quelle d'altri. Fra motti hittcriali, ofauolofipone il Cattai- conte quel che auenneà Sesto Titio,che tjejfe volte dicendo d'effer Caf dra,cbepredicaualecofe future, negli era creduto,^Cnionio gli diffe. fo poffo nominar molti tuoi Alacipilei, notandolo dimpudicitia; perche^ Aiace figliuol dOileo vsò con quella nel tempio di Minerua. Framotti di riprenfione occulta è annouerato quello del Marchcfc Federico di Man- tocche diede àquelgentilhuomo, che, mangiato il mìneflro, diffe, Signor perdonatemi, & hauendo coCidetto,cominciò àforbire il brodo auanzato, dicendo dimanda pur perdono ài porci,che à me nonfai tu mgiurìa alcu– na . Fra motti di nafcofafifpitione è belliffimo quello, eh è dolendofì vii ma– rito , che lofua moglie à vnfico s'era impiccata, vrialtro fi gli accostò, & tiratolo per la veHe,diJfe. fratello potrei io per gratta grandiftmabauere vn rametto di quelficoper inferirlo inqualche albero dell'hortomio ? Del parlar fatfo fi trouano motti di fimulaiione, come quel di Scipione ad E nio,

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