GARZONI - La piazza universale - 1589
80 4 " P I A Z Z A de'facrì doni ìfimulacri de'Dei, ma in Roma ifìe fa rubhò tutte le cofèr Taci». tem P l c ^ e M P°P °l° P er timore nel tempo delle guerre a gli Idoli ha- ueua confecrato . Così di quel Leone, che fu figlimi di Coufìantino Ca- Battifta P'tonimo, nana Battifla Egnatio, che fiacrilegamente ìimpofe allane- Ègnatio. fanda fronte Tona corona, d'oro , la qual. da Maurilio Trencipe era Ha– ta dicata a Dio con fomma honore . Con quefli tali fi recita ancor l'ef fiempio di Caio Ferro, ilqual fu comprato da Marco Tullio a Dionifioi perche in Siciliaprivò di tutti i fimi ornamenti i tempi degli Idoli > rub- . bando loro impiiffìmamente quanto poteua cadérgli nelle mani. Et dà Tua U- Tito Liuio nel quadragefimo fecondo libro della fica hisloria è ricordato perfamofi Ladrone Fuluio Fiacco Cenfore,il quale tolfie vn tetto di mar- more a Giunone Lacinia, .filamento per coprire un tempio da lui confi- Q\- A % mo crato alla fortuna Equefire. ma con maggior fiottilez^a vanno narran- Hiftorico do le gentilezze de Ladri, mentre difcorrono , che la Ladraria fe– condo Giufiino Hijhrico ha hauuto nobilijfmo principio , imperoche 'Hfno Re à Egitto fu quello,. che ?ie fu inventore , efendo il primo , c defìofo de gli altrui regni,. occupo le terre, e gli imperi altrui, fc orr.en- do, ® rubbando, come nella militia ordinariamente s'vfa.e quindi e Ha ta figuitata poi da tanti Re, datanti Imperatori, datanti TrenCÌpi,da tante nationi, le quali ingorde d'oro, ® di reami, hanno turbata la pa ce del mondo, e furato ì contenti dolci, & l'amabil quiete di tutto l'vni nerfio, empiendo da un polo all'altro queflo gran cerchio della terra fil di furti, & di rapine. Da quejli hanno imparato i minori d'alzar la fonte, ® darfì ancora e fi ai furti, e rubb amenti, accioche i ladri g riar fi poffmo che fia tutti i mefiieri nejjuno ha feguito maggiore d qu el del ladro.. Si potrebbe difcorrer lungamente, & dimofirar la veri– tà di queflo dettofe non fife più che chiaro, che tutto il mondo è più pio fi di ladri, che d'alcuni altri profefori. J^pn fimo i Filofifi ladri, f del Trencipe de Peripatetici narra Simplicio,cbe tolfi tuttii detti degl antichi,® nefuoi libri gli pofie afino modo abbruggiando dopo ilorficri p 0 ^ con manifefia invìdia della lor dottrina? 7{pnfonoi Toetìladri, fi il Trencipe de'Toetilatìni, però con furtibone f i , ha rubbato da Home- rose da Theo/trita quanto di bello fi ritrova in e fi ? 1>{on fona gli tori ladri, fi Marco Tullio Trencipe de gli oratori empì di mille quere– le la Grecia, perhauer tolto loro non filamento la lingua con fiudore im parata , ma la dottrina Academìca, la Stoica, la Teripatetica, l'Epicu– rea, & di quanti Filofifi regnarono fialoro ? f^onfionoi Medici ladri, fi tutti rubb ano da Hippocrate,® da Galeno, non riffiarmìanda ai fistia ci ìntierUne hauendo rifguardo dì cattargli le vìfcercpur ches'accommo di ciafcundi loro amodo fino ? ®qualeequ ella faenza, quale ìquel- larte;t:benon efieretti in qualche modo la ladraria ? ma voglio bora cerei
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