GARZONI - La piazza universale - 1589
y 7^1 y E\Sjt LE. 8p p EtVirrbo Dottor di legge nel lib. D e quaftorij s magiftratibus . Solarne P i r r t te ci aggiùnge que fio ,cbe l'ufficio e•pericoloso da donerò, perche maneg– giando oro,& argeto, è facil cofa che s'attacchi alla mano qualche c echi no a modo d'un granchio, che nonpoffa diftaccarft, effendo fentenza molto approbata del Sauio, che,Qui tetigeri t picer a inquinabuu r ab e.c-..Et die tro a que fio è ageuol cofa che uno di T eforiero publico diuenti un Tauolie ro da Cornacchie,^ da Coruhfe non è deftro dafenno,a riufcirne. Hor que slo baflì. Annotation e Copra i l Difc.cxvj. De Qudtori, ò Theforiei i uedi il Gardano,d e Rerum Variet- a car .86o.& Alefi landre . d"AleiT.a cart e ; l. D E' G L I O T I O S I D I P I A Z Z A, O V E RO D E L meftier o d i Michilazzo. DÌÌC.CXTÌJ . Ra l"altreprofefftoniuitiofe,&detejìabilhfipone quella an– cora degli otiofyche fanno il me fiero di Michelazzo, che cofiSìe in magiare,beuere,e andare afola%xp,et fpedono tut to il tempo di lor uita inpaffeggiar perpiazza,& andar dal l'bosìariain pefcaria,& dal palazzo alla loggia,nonfzcedo altro tutto ilgiorno,chegirar di quà,e dilà,horafentedo cantain banchi, hor a guardando il toro che paffa,&bora mirando i bicchieri,ifpecchi,& fonagli che in piazzasti àifefhhora uagando pel mercato in mezp de' vii lani uanamente,hora pofando in qualche barberia a colar frottole,^ fan faluccbe,horaleggendo le none di banco,che fon proprio per l'orecchie di gente ocioft,& negligente.Et queflìfono con mille ragioni effofi al modo» fi come l'odo h da tutte le parti infame^r nergognofo,perche(come ben diceuaCatone) Homine s nihil agendo,maleager e difeunt . Etne' "Pro-- uerbij al xij. eferino. qu i fectatu r ocium ilultu s eft . Et altroue il Sauio chiama fbuomo ociofo unpouer'buomo,dicendo . Omni s pige r i n egeft a te eft. S.Bernardo in un luogo parlando deU'ociofità,la chiama madre del le ciancie,& madregna delle uirtà.Et 7s(ilo Vefcouo,& Martire lanomir- Nilo. na madre dì tutti i diffettUperche quello,cbe tupoffedi, cerca di leuarte- lo,& ql che no bai,tiprobibifce à'hauerlo.ALl qualpropofìto diffe ancora Hierommofanto,fcriuendoaDemetriaFergineNihil i n l a r d o propofi - to od o deterins,n a no n lolù nihilacqiuri c fed etia m part a cófurnir. Et dall'odo ne nafeono mali infiniti^et ìnnumerabili,ccme pone Alberto Ma gno nel fuo copedio teologale come ilfaflidio de'beni fpìrìtualidl rancore cotra qllifcbe ti uoglìono incitar e,et ffrronar allafaticando diffe Seneca nel lib.De traquillitate. Alit liueréinfeli x inertia . Tufillanimità uerfo l 'o pere uirtuofe,differatione delle proprieforzf^uagatio di mente ftraniff- maperche(come dice Gregoriofmto)Qui no n habe t i n fe ur.d e laetetur , cpja >
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=