GARZONI - La piazza universale - 1589

3lS ? 1 JL Z Z \ A tofio con una ueffe dìfoglie di fichi coperfero quelle membra, che fa natu– ra ifieffa non più uergine,et in nocente abborriua dì ueder cefi fogliate,et nude. Et pare che'l Signore uoleffe nobilitar queforte dnofirì tipomolto auuilitafacedoagliijtefiiueslimetidipelle,comenellibrodel Genefima nifefiarnete fi legge.Oue anco lefecegrandifìimo fauore, quado comandò' a Mafie, che a Sacerdotifanti facefie le brache di linoni fine che cuprifero le partiloroinhonefle,® uergognofe.Gli artefici poi uarij,et diuerfì, c'ha. noufato Moro medefimì,®in altri ancora coteflomefiierì,fauorificouo gràdemente ifartori de' tempi nofiri molto meno fiimati di quello,che il d Plirsio. bito non richiede. Ver cloche gli antichi Frigvj ( cofì Tlinioficriue ) come primi inuetori di cucirle uefii ce Vaco,ui diedero opera offai,et jtttalo Re di Vergamo in Afta v'attefe anch'egli come inuetore di mefchiarui l'oro dentro.Offintilìanonel duodecimo lìb. delle fueinfitutioninarra,ehe He* Ho - * ^° H ^P ia S °ffl a mn fì* manco degnofartore, che fufe eccellete Filofofo. P o e t a i T o e t a n e l P r i m o tibro de'fermoni,lodaper faggio fartore Alfieno nella fuaar te cofi accorto, quanto dir fi pouf e dtepifuoi.La neceffità d cotal'arte loda non poco ancoragli artifii di e fa. Onde nell'Ecclefiafiico al capouigefimononoe ferino .Initium neceiiària: reiuit x hominumef t aqua, & panis.e t ueltimentu m protegen s turpiTudinem.yero^re^o« leggiß,nella legge finale, al par agra fioprimo, al capitolo Dehi s qui a d ecdeiia s coniagnviT .Quefie tre cofi fono equiualetifralorfilmate, il to,il ripofo,® il ueflimento.Etfi come le uefii fono ne et farle al corpo, cof fino anco d'ornamento,® decoro allaperfona deWhuomo.Ter queflo diffe r a l- M.Tullio nefioi libri dell'Or atore.Ytiìis depellenrli s ftigori s cauf a pri– mo repertaruit , poiìea adornatimi , & corpori s dignitate m haber i coe- pta eil.Torgono ifartori adunque decoro, & bellezza atutti,maferial– mente per le uefii loro ricevono le donne un'ornamentofìngolare.Terò ap- preffoa Macrobio nelfiecòdo libro defitoi Saturnali fi legge,che Cefireco mendaiornato dì Giulia Augufiafua figliuolaqueldì, checònuefiimeto : feuero,etgraue,in emenda delpaffitogiorno,nel quale eraceparfia tuttali- centiofa,®lafciua, s apprefentò al confetto fiuo, dicendo, Et quant o bue in filia Augniti probabìlior el i cultu s . Ter quello nelle fiacre lettere fi legge, che Imperni finta fiafi a Ruth,chefi uefiife di uefìimenti cultU ciò col nuouo ornameto entraffe in grada di Boozj® cofi fi l'acquìfiaffe P marhoValerio Mafsimo nel 5 .Uh. a qflo ppofito raccoia, che i Romani la „. . ffi fidarono vfart'.alledone loro lapurpura,el'oro,acciòfimoflrafferopiubel J-Aixao . fag. Q Y n a t e piuefiimeti elegati,etprettofi cÒcefsiloro,effendo vero quel che dice l'Ariofio. Che talbor crefee una beltà un belmanto. La fatica dell'arte accrefie medefìmamente la dignità defartori, percb e coteflo meflieri, oltra che è pieno dimille varietà di punti, come difem- plìci,di doppij,dipunto allacciato, di drietopunto, dìgaft, di cadenelle-, di

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