GARZONI - La piazza universale - 1589
82® T? 1 JL Z Z <A . i librifiirouano. I fartorì dtpmportanó'homtGdd.preggio delle che talhora fiatino,® dall'ufidelportamtto di quelleprefio dar.perfone di granììffimaconditìone. AnifieneSybarkafecevnaveflefìngofariffvmay -•:,„• nellaquale eranadìp'mte•l'effigie• dì varij Dciche per miracola ogni, tanti ' Uàl °' aimi.fi fofpendeua nel tempio, di Giunone Lacinia,® fu dagli.Ateniefi-co Valerio. t r a t a a g ra "diffìmo prezzo in quel tepo..Vlinio raccotanell ottano li Masùmo; £ be LolliaTaulinahebbe ima vefi ecotate gemeornata, che fu filmata di ualuta quattrocentofèslertij.ls (arra Valerio Maffimo nel Trattato del ^ a 5 ° a e ltgrathudine,cheSilofine hebbe una vefie,la quale hauedodonataa Da tico. rTa " r i o R ^ dd-Perfhmeueteda luituttailfola di S'ama. SafontG'tammatk <ls fenilicheFrontone hebbe unavefieitàto miracolofia,che quadoibauetia imorno, onpoteua'.daalcuna forteiqtarme-e•ffet•ferito.Cbecofa volete più r fe i fartorìfanno perfino levefli affiatate i l ultima eccellenza àelfartore e qt*etfa,cb'eglifidimosìraottimoGeometra,perch d'oc* chhaunfguardofolo ti pigliala mifiurada capo a piedi di tuttala pfona,et poi qual da benefitrouaal mondo queiìi è il fartore,perche almeno no he uei^fangued'altri,comemoltialtrifanno,efièdo cofa chiara, che, quando fipuge le ditanel cucirefucchiail fio proprìo,cometuttiuniuerjalmente sano.Ecò tutte quefie fiue lodi,no ha altro infiechequattrovitvj fili, che giocadimano molte'uolle pempir la badieradelTiouanoArlotoìtaglia qualche uolta,et mette infieme le vefii alla reuerfc'ia;fieta le perfine c'ha fretta,® bifogno d'effer•fedite;® all'ultimo fi fa pagar tantofalato,che benefieffo bifognaogni due giorni mutar fartorì: Machivoleffeaggion-- ger laquintaidirebbe,che i fartorì molti no diflinguonotrafifia,&dìda lauoroi.pero da Dio fon flagellati in queflo, che pochi,&.rarì,fitrouara di loro;che co tutti iloro auanzi''dittetinb mai'ricchi,comegli altri.Hor que fio basii delle lodi® b'ufim,cbe meritano i buoni ® i cattìui fartorì.. Anno, rion e l'oprai! cxx . Dìfcòrio.- Circa alcun e pertinéze de' Sartor i i e m a li Pietr o Gririito.nel j v de Hor.-difci. al c. 7 S t Celio Caìca?ninojà car. j y.Etceffi i l Rhodicririo,nel iib.j.ai cap,?..ro . & II, - DE; T A M B v R i N I ) : ' T T A M B V R, I É R JV O- Va'igiari. ' Dlfcorfò- cxxv - - ^ * S @ ^ | r eome dagli antichi fuvufito ne coditi quello infirometp,cbe^ Iilemone - J ; | ^ | P f Caule chiama-Filemone,&CornamufailVolterancme'fiacri il V o l t e- ^^mWÌ, °fff c y il Salterio,® l'orzano,la piuaTreneticaneU'efiequie ìanno ' M&lxé$> f mer didazampogHanefolaz^rurali, ilTlettrotifuerfi Heroicì, la lyra ne' lyricì, la cetra•particolarmente ne' comici ; cofi le trombe-, e i tamburi'nella' mìlìtia•; furon- introdotti>• comi'filoni, che fuegliano- fortemente » fifirìù ,- ch'accendon l'alma, e ch'infiammano il cor didefiderio di battaglie.. Onde i trombetti, e tam– buri fon i minislr ideile pugne ? t inSìromenti de' fatti d'arme , che fuccedona
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