GARZONI - La piazza universale - 1589
Fl^lVÈ^SotLE. 827 Annotacion e fopr a ilcxxv . Difcorfo. Le filier e ( diceu a fett e flanell e ) debbon o haue r tre cofe , roch a carta , fùlò lon go.e uu mena r di dita,ch e parli lamifura . D E M A E S T RI D E D A D I, Difc.cxxvj. lQÌ<rJ ?remta- dì parole fiffedìfice il difcorfo de'Maestri de* Dadi,conciofia che taf arte fìa di poca artifìcio in lei,®" l'opra chene rifui ta tanto mìnima > che non ci occorra lun– ghezza di parole, ne preambulo grande per celebrarla .Sol dirò quefloicon l'auttorità di Tlinio,che i Dadi furono troua PJmi °- tidapopolì di Lydia, da quali anco le tauole de' dadi fi dice ejfer Slate in– ventate con gufo,®dilettò di quelli,ch e attendono a questa [ciocca, & Vcxho. mnaprofeffione.e anticamente fecondo l'auttorità di Ter fio, il dado, ch'è quadrilatero, haueua un lato, col quale fignificaua l'unità, & quefto era detto Canis ouero Canicuta,& il fio oppofito col quale fi rapprefintauail numero fettennario,era detto Venusouero, Cou s, egli altri dui lati eran chiamati Chius,& Senio,® vnofignificaua tre,® l'altro quatro,ma que Sìaforte di dadi detti latinamente Tali erano differenti da quefli moderni quadrati per fei bande,che furono chiamati Teltèras in quel tempo, Terò M.Tullio,nelprimo de diuinationet/ic e qutfieparole alpropofito.Qaid M.Tulli» efteni m fors.'idempropemodu m quoci micare,quo d Talo s lacere , quo d Tefferas.do«e manifefiamente dislìngue tra Tuno,e l'altro. Hor l'in uentione di quefta curiofità non è fi non difutile,epericolofa infieme, per che no tende ad altro effetto che algioco.i l qualper un breuepiacer cb'ap fort'uha mille danni in/erti in luUonie fi caufa la mina di coloro,che n'at– tendono fi ne'beni dell'anima,come in quell'idi fortuna,® bprohibito dal leleggi ciudi,® Canoniche infieme & a religiofi,® a fieculari,comepro– na lafiamma detta il fupplemento, nel nerbo Lucius alea: , & il più delle volte e peccato mortalcper l'auaritia mefihiata in efio, &• per le brutte cmonfiarvie,con le quali finente è accompagnato.ma perche del gioco, & delle fue triflitie difcorrerò più lungamente nel trattato de'Giocatori, per bora bafii queflo cenno,rimettedo i lettori a un più ampio difcorfo in quel luogo particolare\Horfacciamo egreffo da quefii maefiri, chefon compa– gni di quei delle carte,ne uaglionopiu d'una frulla diporco nel lor mefiìe- ro#ttendendo a ragionar dìpròfiefiori più degni,® più notabili di loro. Annotation e fopra il cxxT >j,Difcorfo . J Colu i che fu l'irmentor e de*Dadi , fecond o che trouò fei punti , meritò di fro – llar e ( diceu a il Capita n Firmicod a Heppi)fciforche,unape r lui, una p li compa - Ì ' } ai, una per chi ftàà ueder e , una per shi tien e il ridotto , una per colu i che; gl'in» egn ò di giocare, & oaape r il Signor e che comport a fimil e giuoco»
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