GARZONI - La piazza universale - 1589

tà\perche non è fittamente gìoueuole, ma neceffario che il piede fia calza– to o di[carpa, o di zoccolo, o di pianella, o d'altra cofa tale, acciò non refti del continuo [oggetto aìl'.e,cceffìuofieddodelCinuerno,al caldo cocente del l'eflade, aìl'humidodell'acque, ai flirti della terra, alle punture de'ferpi, alla durezza defaffì,& a tutte quelle cofe che ponno danneggiare i pie– di di color, che caminanoper viaggio. è neceffiariamaffimamente a pel– legrini, a me[]ì a'piedi ,a'contadinizappatori, & àornamento a tutto il mondo ingenerale,perche tutti ccmpari[con lefli, e garbatticon vnbel par dificarpe in piede, affano alla Spagnola, oalld%apolitana, valla Sa- uoina,ouerocon vnpar di pianelle, o dizpccoli belli, comes'vfi a'tempi ìtoflri. 'Ellaconferita ipiedi dall'immcnditia , gliornaccnl'apparenza esteriore polita, gli tien caldil radrizzfii "Zoppicdzpccolo al– to, efopra tutto alle SignoreVenetianedona grandezza tale, cheperla piazza di S. Marco ci par dì veder le nane conuertìte in gigantef e* Tut~- taquefi'arte poi confsle majjim amente in fiarpcin pianelle, in mule, in Zoccoli, in Slìuali,ìn burzacbini,inedle.tticonle fue lunghezzS,eeo,rtez^ Ze,e larghezje,eftrettezje.fecondo il bi[ogno,oilcapriciodi chi diman– dale vna[ol cofi,ch'è il corame fatto dì pelle dìbitoi,o di vitelli,o di buf- fali,o d'altri animalhferueper materia dell'arte principalmente. E ben y ero, chefiriceraildìffegnoinprima,Il qualeJì trahe dacerti modelli ^dicanone havuti inprattica damaeftriefierti, per tagliare ilauori con giudicio,e vi vuole la tauòlapolita, oue fi taglia[opra ìlcorame, e cqfiil coltelle, chiamato apunto coltello da calzolaro, il quale e detto trepida- Sem gram latinamente da Sempronio Affilio ,ele fue forme belle, elalefena nio Afe per far lefcarpcmentre fixufeno,e quelpezgp di legno tondo, che fi chìa- ma il boffetto, doue fi cufinofipra le tornare . Appreffò uivuole lo ff.-.- go, il quale e [lato di canepa, & incerato con una certa mìfiura fatta di pegola, cera, & ragia di pino, & poi certe fetole diforco cinghiar 0, le quali f mettono in capo di quel ff ago per poter meglio cu/ire. -S'ado- frano ancora certe bolette per accomodare i lauori [opra le forme, & cucite che fon le [carpe, è mestieri d'hauer certe [gurbie, & [carpel– li dafrapparìecongalantaria, per fruire a' Spagnuqli attìlati, "Napo– litani politi, ai Fiorentini garbati, che pongono in questi lauori indu– stria particolare. 'Fi fi ricerca ancora quel legvazjp, che fi fon dentro alle pianelle da vecchio, di cui fi ne uedon reliquie ancora, che furon de gli qui, e de'b'ifim qualche uolta de'parenti nostri. Et in fimma tutti gli infiromentì del cazplaro, fino , il mifiradore, e le forme, gli stampi, i tolteli!, le lefine, gli aghi, il ditale, il guanto, lo /pago, le fetale di por– co , le bolette, il martello •> il capestro, le Stecche, lo Steccone, il calza- dorè , lo drizadore, il grembiale, e la cola. Ma i cìauatin ir.an han tanto the far come loro , perche non s'impacciano in lauori nuova, ma in cefi Cgg 4 vecchie,

RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=