GARZONI - La piazza universale - 1589
t 8 " P I A Z Z A nomiti dìffinindo • che co fi fia ma uer* città, diffe,che, Ciulta s ef t ciu vnita s a d bene'viuendii m ordinata- , impérbche fei Cittadini hanno da viuer'bencit'dimestieri, cfiefiana imiti, e concordi. Onde nella fua pol caproux che ìhuomo per l'unionepuò pervenir e allabeatitudine,e felici- Licurgo: t i Cofit che pr euedendo Licurgo legislatore , ordinò afuoì cittadini fr Dèmòcr* ?°' t ' l $ m ^ concordia fra loro,. Onde•faggiamente parlò Democr to. ' r y piando diJfe.Admm eftdeciuitate,-vb i imperiu m tradiriirdjfcordJSB, Socrate . ^ntenofaggiamentefauellò Socratedhendo . Nullaeftqua m diffi - den s culp a quàm Aikoiaiacimuft.il che uenneà confermar Pifislra- Pififlrato toh quel fuo detto. Maiore s ciuium hofte s ell e nequeun t quàm d i pen t ciues . feroilMantoa.non omerò in una Eglogia fuafi duol cotanto della difcor dia della fuapatriam quei ver fi. Virgilio. ì m p \ m hoc tàtn culpa nomilamiles habebit. 'Barbarm has fegetes,heuquo difcor dia ciues. Lucano ^crducit mi/eros <? en quos confueuimm agros. ' E Lucano "Poeta la detestò tanto ancor egli dicendo, Effempi " ' • Summtimhrutenepbatcimliabellaputamm. ..." per I a c o n i » è egli affainotoper l'hiftcrie. il'danno che .apporta, dmiferigouert cordia . la dijcordia? la potente "Babilonie, non fu dejirnttada.Cp'opAr kdife dndc'fuoicittadinii Càntica CmagmmncmdbSmmafmle'-. <$fa?5 fionì diprincipalil ^onfuronfvggiogatida uleffmdr*iGr caper rodefumoniì^onandò ineslerminw H^o^iuMtò,p»k0Hm'^ -, delle tribù difcordantifra loro ? Se fra gli Indinotifìiffer nate le éfc die, Scmiramis non baurebbe ottenuto kuimriacofi facile dìquegli, Lacedemoni nonfarebbon siati uinti, e fuperati da gli zsfihenefi uolte,fenon hauejfero riceuuto i cólpi di questa bombarda, che getta ralecittàintiererotte, edefolate. i Ts^imidinon far ebhon venuti a mani dei\omani,fcnonfoffeaccadutolorola perìcolofadiffenfione, che fu? ultima mina àé fr ut ehi difunìti . E Roma isteffa con tanta pac tanti anni retta, non farebbe ita in mal'bara,Je quel male, che prelùde tone,non foffe entrato ne furibondi petti de' fuoìprecipitofi cittadin tempi nofìri è caduto dall'alto foggiodellagloriafuala Republica Geme fe,foloper-qmstadifordia. f Pifani,chegiàconteferodell'Imptrioma-. ritimo aff6>uto,per le lor dìffenftomfuronoda Fiorentini miferamentefog giogati. 1 Fiorentini anch'.effi per fero la libertà quel tempo, che c ciarono i plebei a. tumultuare cantra i nobili, e che la pace delia bella fu dagliammi del popolo Ttrepìtofo difeacciata. La miferia de Sane f • tempi isteffi quafi dagli occhi nofìri e stata vifla non effer procedut tro,che dalle àifeordie de cittadini poco faggi nel gouerno della florid trio, madre di tanti {piriti Wuslri,e genero fi. Onde meffer Lelio To Lelio T o inunafua elegante-orationeattribmlaruinadiSiena fallifattmm,& ak • tornei, malgouerno de'fiiperiQrì, dicendo, mpaiamarauiglia questo,perche^ dallo
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=