GARZONI - La piazza universale - 1589
V X 1 V È R_S A L E. . -84 > m compofeuno detto Thagotofilquale da Thefeo Ambrofio, neìjko libro* dellelingue,è per miracolo ueramete celebratoci defcritto. Aformar poi questi insìmmenti diuerfa fattura, &ß>efa interviene, le qualicofe confi- ìlono più in pr attica, che in Theorie a,ne di loro fi può affegnaremethod» alcuno vniuerfale,perche fecondo laparticolarità delfuono vanno le for– me, &le mifure di tutti loro : benché il Emanante buomo affai glorio- fo, degli insìromenti da penna,c'han le corde diferro,d'acciaro,& cfotto- ne,come fono Arpicordi,Manocordi,Clauicembali,& Cithare, nella com pofìtione de'quali e Flato e ce eliete Meßer Guido Trafintino,facciavn ca– pitolo ficco da cattarne "pococonlirutto,per conto dell'imparare a fabricax re td forte d'infiromenti, Onde partendo da effi faremotranfito ad altro. Aì >nqrarion e (opr a i l cxxx^i.Difc. Circagriiiftroment i da donar e di diuerf i nom i leggal i "officin a dei Teftore , & quell a dei Barbarana . , D E " D O M E S T I C A T O RI D ' A N I M A L I] Seluatici.Difc > C X X X T Ì J. ' A l'altre profejfmnì s'enumera quefia ancora d'alcuni eh* attendono con fiommofludio,& infinita diligenza,anzì fati– ca ineflimabile a domefiicar gli animali fduaggì, cheper j r ^_^^_ j natur alerò fuggono il commercio humano,come priui dirai. •r. gione,& d'inteUetto,e difeguali alla Compagnia humana,et\ piaceuole di noialtri. Oue pigliandoli da piccioli, & ( come fifiuol dire )< quafì dalla tana,& dal nido,pur che dafiesleffi fi poffino cibare con le ca- re%ge,del cibo,con minacciargli tal hora,confientargli ilboccone,co l'af fidua diligenza dinfegnarlimò queflo atto,mò quell altro,con la frequen Za dell'eßer citio,con l'auezzargli all'ubìdienza d'unfolo,co imprimergli ben la voce fina nell'animo,prendonoamore, & cofi ammaefirati conofico- nola noce, & iprecetti di colui, che gli commanda. Con quefia diligenza narra Celio nelterzpdecimo libre delle fine antiche lettioni, che Merthe E\e d'Egitto hebbe vnaCornacchia tanto domeßica, e tanto gentilmente ammaefirata, cheportaua le lettere dovunque egliuoleffe, & comman- dafife;&fiipeua doue haueada volare , & deve haueuadaferinarfi-.Ilme . defimo ficriue (benché da queflo anco fio duro da capire) che i Cynocefali in Egitto imparano di portar le lettere,& di fare ifilti,et le bagatdle,co me fanno i Cagnini. Curdo bifìorico narra del Re Tom che fu uinto da Aleffandro,che hebbe uno Elefantuli quals'ingenocchiaua, quado piace uaalfito rettore,et fi leuaua quad'egli gli faceva figno.Tlutarconarr a di Sertorio c'hebbeuna cerva tanto domeflica,cheper tutto gli faceua copa gnìa nelle fuciffieditioni,perilchefingeua,che Diana glie l'hauefe manda. Hhh ta,
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