GARZONI - La piazza universale - 1589

àdlo intendere le cofe della Città a monti,& a fattioni, & dalle vostre for me digouernofin nate tutte quefie ruine,habbiamo ridotta la città, e'I do– minio in vnapouertà0-debiltà incredibile;habbiamo empito de nojlri cit tadini tutte le città et Italia;b abbiamo imbrattato di fangue tutte le strade dilla cittàiS'è perduta fuorequafi tutta la reputatane publicà. Ter che è rumata Tifioia,fe non per le fattioni di Guelfi,e Cibellini <? Tercbe è con- quaffata l'Armigera Emiliane non da queste partile diuifiontf Tercbe è ita lafloridaHefperia nelle barbare mani tante fiateje non per gli oàif intefii m,eperl'uniuerfalidifcordiedefiioifignori? Tercbe hanno lefiere genti maometanc vfurpato i Chrisliani regni d'Oriente, epollo il piede bormai douunquefignoreggia la Croce,fe nonper le nostre Infellciffime dijfenftoni, Mene Sìrage,e mina di tutto il ChrlslianefimotT^e fegue adunque che là ccncor- • A g r ipp* diafia cagione d'ogni bene,ed'ogni contento, Ter ciò Menenio Agrippa huomo fagace, & prudente, vedendo laplcbe Romana in difpngio defina- tori ritirata del l\Auentino , con larguiiffima fattola della congiura de imi bri fa\ta contra il corpo dimostrò lei chiaramente, nella coni or dia fola la fontana,ilripofo,&lafalutedellaCittàeffercollocata. ILacedemoni) ac- cortofiychetoro eralafimenz^Àl cui nafieuano le dlffenfìonl,& legarre, per virtù d'una legge dalla città losbandirone.Tlutarco nelfuo Solone rac p l u t ar c<, « conta,che Aristide Atbenlefe più volte s'affaticò per achetar le riffe , e le contefe,che aguifa di pefìe fra cittadini dAthene di giorno in giorno ri* nafcendo,plgliauano vigore e accrefcimento.Quindi auenne, che Gaio Caf- fio Cenfore prudetlffimo,amando la 'Republicafopra ogni cofi,& il fio be . ^ ne,elafelicitàdl lei defìderando drizzò la statua della Cocordia nelpala7^ [ ZO .ì &llpalaXZp isleffo confacrò alla Concordia, afine che quelli, che cela entrauano fi rlcordaffero,cbe gli odij, e le difenfiofii quitti no kdueuanc.luó go, ma che fi doueuano tutte dinanzi alla ficrata porta per ricette & amor dellapatrla,deporre.Terò Alberto Lollio huomo per lefue virtù di- gniffimo di perpetua vita diffe in vna fita oratione,chela pace, la quiete, la tranquillità, & l'unione fino ifomentl,& ifislegni della Republica. E per il contrario Tlatone a ferma, che non è veleno più aRro, ne pefleplà erti- Platone. dele che la difiordia,la qual fublto mette fittofopragli or din i buoni, con t ni ca le legg^ durezza imagifirati,sforza Igiudic if, & riempie ogni co fi di furore,dl rabbia,& di crudeltà,tal che le città, & le 'Rfpublicbe di/tengo nocomeofeurefelued'buommifelerati,ar,7id'abbom'menoll, & hcrrendi moflri,la sfrenata arroganza de'quali non ritiene ne vergogna 5 ne timore, nefede,nepatto,ne religione,ne coHume buono.Tufirittta che fu l^nman- tia lungamentein vano affiatata da Romani, Scipione Minore dirnandòa Tirefia principe de'Celtl che cofa thaueffefino a quel tempo renduta Ir.efpu gnablleàl qualrijpofi incontanente, che la concordia dalle forze de'ncmU éil'haueafempredifefa>& che ladlfcordla àognl fuo male era fiata ca- 1> glone.

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