GARZONI - La piazza universale - 1589
perduta moglie deponefie la chioma futi : £(o » fi può render ragion che vagli* fe non che diuerfi popoli hehbero diuerfiìnstìtutia modo loro :ben che degli Atheniefi fi potrebbe dire,che, e/fendo cofi belli i raggi di Feb* come fino, vele fiero ad homr di queglì,dedicar le chiome della lor giouert tu all'aurato Apollo, come cofi ragionevole, & condecente. L'arte di quefli è medefimamente netta, &polita, hauendoperfine,eperficopola politezza del corpo, laqualfi caufidal radere,daltofiwe,dallauare,e stro– picciar ben bene le perfine che fan ricorfo a loro. e fi mette in efiecutione con pocbiffimafpefa, imperoche un bacile, dui rafoUuna lancetta, vn ga-, maut,una moietta; vn pettine, vri orecchino, nongià di quegli del Gob– bo da Milano, due para di fazzuoli, unafpongia, un focone con un poco di carboni, un fecchio dìlìfifva,®- una zucchetta d'acquar ofi da sbruf– fare in faccia, compì fono tutta l'architettura de Barbieri. Servono an– co i Barbieri per cauar fangue a gli amatati,® per mettergli le vento* fi,medìcar le ferite ,far le fioppatccauare ì denti guas~lì,& fimili altre co* •od e Ba- f e , o n d e V a n e l o r o ( con7e dice Bernardino de Buflis nel fio Rpfirio ) £àh alternata per questo alla faenza della Medicina. ultra che i Barbieri fo- glìono efifere imbrattati di mille altri meflìeri e fendo che fi dilettano del fu onar di lauto, di Cetra, di violini, di far reti da ve celiare, e da pefea- re,di feruìreafintuoft paìtì per falchi, fi come anco il nofiro Maflro Agostino da Trieste libraro in Caballina,partendofidalfuo ufficiosi met– te a far pafticci, quando più corre il danaro in cucina, che in libraria, & qualche volta ancora aiuta il figrefano adopranio la corda in luogo del Torchio. La defrez^a della mano h defiderata fopra tutto ne' Barbieri > cofi l'occhio buono:però quei fiortìcaporcelli t'hanno tatuano cofi pefan te , e grave, aniaranno a rader de\ cinghìari, e metteranno il rafiio in fippreffa fin che qualche afino capiti alla bottega loro . De'poveri Bar– bieri non fi pvò dir altro poi, fi non che ciarlano communemente come le gaze, perche tutte le nuove, anzi tutte le carotte corrono in barbarla, e beato colui che le dice più sfendrate. Oltre dì ciò nellinuentione di que– sti moderni mofìacchi portano Vufanze Turchefche in Italia alla fioperta, &impaurìfcono il mondo, chefipenfit di ueder tanti P<ais, o tanti Beglier bei cb'efchìno dì barbaria,come fi uedon quei mofiàccì, e quei grugnì fil– matici^ cambiar per lefiraàe con tanta brama. Sono anco di molti fionda– li cagione in quefio, che acconciano in modo certi vecchi ganimedi, raden– do loro fiotto il mento, e nelle guancieipeli Cottili,che itauanoni tratti dal tubetto del mele, volano al feuro fopra di loro,ne mai fi formfee dila- feidre come fi deve. All'ultimo fi conchiude che i Barbieri amano il fab– bro come i Giudei perche in quel di fan fiefia in luogo della vigilia. Et s'aggìonge anco qvefio, che il confidare un fcento a un Barbiere, è tome gonfiarloa un bebreo Levantino, perche ì'effempio del Barbier dclRe Mida,
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