GARZONI - La piazza universale - 1589

86 1 3 » 1 Jt Z Z JL fitione,incorporata bene infieme al fuoco s'ongonobenisfimole forme, & effendo ben calde f getta dentro beniffimo,dapoi fi pigliano dette pias fiottiligettatele col tanaglion di taglia fi tagliano,® fannofi vergheìle lon gbe ; quanto dotta pioflra cauarfi pofJono ,dapoi fi ritagliano a trouerfcìo fafene quadretti piccioli a modo di dadi , tanto grandi, che vi fi troni il fefo del quattrino. Hor quefli cofi fatti con carboni fi ricuociono, ericotti a uno, o più stempaninifi fanno con duco tre colpi di martello tutti fchiac tiare, epoidi nuouo fi ricuociono, & con fìmtl modo qui fi procede, com ho detto nell'altre monete * Et fopra tutto attendafi ad hauer bella stam pa , perche quefla honora il Trincìpe,® il maestro,®" la moneta è da tut– ti più apprezZfta,efifendo anco apprezzati fuor dimodo loro, ®l 'argen* to,chefuron ritrouatiin Tracia vicino al monte Tangeotffiendoprefio gli antichi tanto raro lufo loro,che volendoì Lacedemoniindorare il Simu– lacro di Apollo Amicleo, cercaron tuttala Grecia, ne maìtrouaron oro, & fiiron conflretti mandare in Lydia da Crefo a comperarlo. Gierone Ti– ranno di Sìracufa fmilmente hauendo noto dì dedicare una tauola d 'oro ad Apolline Deifico, cercò tutta la Grecia,® l 'Italia ancor a,ne mai, ve ne potè trouare,fe non appreffo Architele Corinthio, il quale a poco a po– co in ffiatìo di tempo l'haueua ramato. Hauendo poigli Eocefit faccheggia to il tempio ci Apolline in Delfo, ® Alef andrò portata la preda d 'Afa, crebbe tanto l 'ufo de!l'oro,che facevano fino ai vafì da lauare, ® da cuci– nare d'oro. Et in Roma la prima stampa che fi fece per battere oro,fu ficc do Tlinio nel libro trìgefimo terzo nel tempo di Scipione Africano, fiotto il conflato dì Spurio Toflumio, ® Quinto Martio dal batter delle mone– te faije, & fenza licenza de' Trencipi, con contffecreti, e dal gettarle in forme dìferro, o d'altrofono poi deriuatii monetari], i quali con falfaalchi mìa tal volta ingannano il mondo, {pendendo vnaflrana mistura per opra reale,ofe fanno cofa dì buono,lofannoìnpregiudicio dell'autorità de'Tren- cipì,talche dalle leggi ciuìlì, ® canoniche vengon feueramente puniti, ® cafligati.® quefli fon quelli,cbe dan Cattìuo credito all'alchìmìa,impe roche da efifo, come damaeflra imparano i ficolari difar fi impiccar perla gola,o di forfi abbruggior fu una piazza, e fendo cofia conueneuole, che quei c'han fluzxjcalo nel fuoco per irritarlo a opere falfie, fiat dall'ince dio del fuoco percosfi, & orfii da douero,® che quei che hanno formato yna apporeza efleriore di bellisfime monetefacciano unàprofpèttiuagra- tiofia difeftesfi fopra il palco del boia,acciò fi veda in tutto, e per tuttoper via della copetta mozza vn faggio dell'alchimia loro profana, & federa– ta . Ma, facendo ritorno all'arte della Cecca, qui fi comprende il cecchie- re,le botteghe,le fornaci,le tanaglie ,i polzpnìM conio, lo flrepito de'mar- tellhil fegnar delle monete con tutte lelor meniere, douè fi feorgonoi de nari , i bagattini ,i carantanì ,i bezzi ,ifoldini,iquattrini,ifiefini ,i marchet-

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