GARZONI - La piazza universale - 1589
$1Cieco ÄzAdriaa lei tanto dinotò) quanto k me c ce favellare i fiuoipafiori nella uaga Comedia di cedono le TiaS^ge e i Fiori amplißimi di piùgraue {^piacer ripieni ;godete di <veder tutti gli <vn <volger d'occhi fiolo ;mirate qua dentro conditami di perfine, contemplate qui la natu dì ciaficuno ; e in quefiaficena,&apparato ricchißi te cofi,intendete con paca fatica il bene, e il fare tutti iprofeffori delmondo, perchealgouerno cipe, cha da prouedere a tanti popoli in tante fòrfi alcun libro piùgioueuole di quefio, ilqualcon tofiotto ilfuo nome altifiìmo ha da paffar infiampa Aique$Ho } & di quell'altro.Mentre cheVofikrazAlteT geranell'opra miatuttiìfieminarìj disverà afftttioneuerfio ki,etpotrà dilettarfidi ueder nell'altrui petto unfim ro difießeßa,hauro quelgußo,& quel contento ancor io riceue <vn fiemitorequando sa che il firnSignore fionèd'amarlo, ^ partici farli a, luogo e tempo i fauori della grafiafiua. Ne men lietofarò da quefì 'al da,che ilmio Signor conofia,et ueda d'hauer'un ' to a guifia del motto inceffabil delle sfere, ef n'eterno defiderio di feruirlo, benché ioconofica ma fiermtunonmeritarfixaltopadrone,qualcon infelitaau eia al prefinte m'ho eletto, & conflituito. Hau miei contenti quefio ancora , che il mondo materia di conofeere, che, fecondo il precett fiaviffuto totalmenteche hahbilafiìato a pcfieri a gualche inditio d'effer rifiuto,perche,-pofiomi compor
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