GARZONI - La piazza universale - 1589
r ^ 1 V E i t S Z E. 88 j àe tradotta da lui, la quale è, che col mezp di quella fi poffìamo guardar dagli ingani delle streghe, ouero doneprefligiatrici, le quéi o con gii fficc chi,o co'petri,ocofe fondine fanno vedereimagiaiper aria, te quali dan– no ai intenderebbe fian demonii dell inferno, o (pimi famigliari al firu i- tio loro foUecit'hc deuoti, oue laffiecularia ne afficura da tali inganni, infe- gnandoct la cagione di tale apparenza effer naturale,?? non dipendete ne da /piriti, ne da demonii come al tempo defuperflitìofi fi vantauano alcu– ni , che attendeuano a quella jpecie di Magia, che i Greci chiamano Calo ptromauria,che hà il fuo primo fondamento ne gliffiecchi., & in. agi ni lo- ro,d'afficurarneilmodo. "Ne poco piacere,o utilità recaranno ìfpetchiin fieme con le ragioni della fpecularia a quei che fi diletta d'horelogi filari, tociofiache defideradofi vnohorologio inluògo coperto,® ombrofi,doue nongionganraggiaiSole,fi potrà confeguirel'intento mediantevnojpcc chìo ejposloin luogo aprico,ìl quale iuirifietta un raggio,chc fiecodo, ch'ei va mouendofì,& uariando,cofi ne moflri Vbore.ultra che fi panno fare ho rologiicoglifpecchid qualiffiecebiandouifi dentro mostrina tante imagi- tiì, quante bore fono del giorno,Ideila notte. Sentono i fpecebi finalmen– te a illuminare i luoghi ofcmha voltare alcune forti d'ombre al rouerfiio di quel fito,in che fono,a mifurar con la vìjìa le atttzjredeprofondità, & A b r a m lediftanze , come ampiamente ne dificorrein un fio trattato M. Àbramo c 0 j O r Colami Hebreo ingegnerò del Streniffimo Duca di Ferrara, a porre in profpettuta x a riguardar le figure,&a tant'altre cofe nella prefeffione della profpettiua,che fono degne difiamma merauiglìa . Hot a il fbggetto dì que{ìafiienza,non è altro, che la lìnea vifuale rifleffa , o refratta, cioè la linea perla qual procede o il raggio vifiuo, à luminofo, il qual da poi che s'è dijfufo,retto per alquanto diffiatio a fi rifletr e, ò fi rifrange, & di quefli termini habbiamo commodamente ragionato nel difeorfi de gli optici onero profpettiui, & molto più diffufam er.te ne parlano Balate no efitellione ne'lor libri di profpettiua. T^e fidee dire,che i fifitechi fiano il foggetto della fiecularia, imperoche eglino fono confìderati qui- ui (blamente in tratta delle linee riflefie, è refi-atte. Et non fon confede– ratigli ffiecchi folamente per fefleffi^che, fe coft fofie dovrebbe le fi ern– iario confiderare ancorala natura dille fieni'i<•., la qualità del retro dì cui fi forma, & la materia, che dalla banda di dietro figli oppone, e con cui s 'appanna,e filmili altre cofe, che non fon confiderai e nella ffiecub.ria, perche no con feri fono al progrefio del raggio riflefo, e però firn/late tra lafciate,efiendo più tosto pertinenti a quelli artefici che ffecchiari d'iman dìamo,che a fpecularì.ma innanzi che fi discórra dell'apparenze de'fpec- chi,bi(ogna notare le conditìonhche debbono bautte i buoni fieceki, & le differenze loro. Harquefte fono le conditioni chef ricercano nèfifec- ch'hche reflettono il lume, come quelli ordinarii delle donne,perche non KkK 2 far-
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