GARZONI - La piazza universale - 1589
f %t r É ALI. ss* ? reffatta,gliangoU,ldfuperficìe il centro dello [pecchia, l'offe, ildiametro, & fintili altri. L'apparente- poi fi caufiano o iaìraggi Ivminoft delfiole, i quali rifleffi da certi fpeecbì accendono ilfuoco; o dai raggi vifiui intorno a gliobietti vifibili;&ifonti di tdliàpparen%e fono,il lume, & il colore, che vifiiper raggi rifleffi muovono il fenfodebilmente ;& fi lo ffiecchio ì icolorato,fi mutano nel colóre dello pecchie ; Lapolitezza, &l ajprer- %a,percbele cofe vifle da gli ffecchipaiono bora più lifiie di quel che fo- no,borapiuficabrofedelnatvrale;Labellezza,&la bruttezza, perche le cofiemofirate dagli ffieeebi,pahnohorapiubelle,horapivbrutte; Il vede re'ìnvniuérfale deUè-cofie,pereht•guardandone gli[pecchi,non veggiamo mólte cofe,èhe,cifono.appofle,et veggiamo cofe abfenti,e remote, il luogo deUimagihhpérche veggiamo alle voice gli obietti volar per aria,alle uol te nella fuperftciè de Jpecchi,allc volte dentro a (pecchi, alle volte 'manzi afliffiecchi: La- àìttanza,percbe comparando quella eh è da'dimogine allo ffecchio,o quella eh Idoli obietto allo [pecchioni pare bora maggiore, ho- raeguale,horaminore ;La gradezza>pei'cbelimagine riparata all'obiet– to bora appare maggiare,hora minore,hora eguale;La figura delle imagi nUpercheàlleuoite fin totalmète diuerfe dagli obietti,a!le volte oblique, alle volte monttruofe.La diuifione d'alcune imagini, le avi parti paiono to talmente diuifefr a loro .Il fitto alto,e ba]fo,deftro, efìniflro,perche il veg– giamo neìlimagine ailevdte,come è veramente nell obietto, alle volte al rx>uerficiodeU'obietto.Cbi vuol ueder polle ragioni d ogni cofa più fiodame- "tejxggaiaff>eculariadi Rafael Mirami H ebreo, il qual tratta eccellen– temente,*®- ioeonfejjd b aver parlato per fua bocca molte cofe,benché bob bla uitto anco il Cardano,e Vitellìone , e Giouan Tifano, o Orontio Fineo» & alcuni altri non ignobili auttori di quefla faenza Ma quanto ali arie dico, che quefl'arte de [pecchi, quanto a quei particolari, che fi fan dar- gento,fu ritrovata al tempo delgranTompeo.fecondo alcvni, da Traffìte leTìttore.madi qvellidi ferro, piombo ;-ebriflallo, vetro, e di altre me– scolate mitterie'non fi fanno gli inuentori . Rnferìfie ben q vetta Celio nelle fve antiche lettiera, che al tempo d\Augvflo vn certo chiamato Hoflio fece [bécchi di tal forte , che rapptefentauano limagini molto maggiori, di modo che il dito di lunghezza > & ài groffizza avanzava tamìfura del braccio, ma non dice diche rnijlvra fiffero quefii, jol batta che di tali fife e chi fv.egit avttore in qveltempo, & inventore infume. Il Fhrauànti anch'egli racconta, dhaver conofeiufottn CauaUeirOin Capo– ti, chehaumaU)vffieichioVmànondicefefol)efatiodalui,ne dichema- teria,cb 'erafi>rmata-con.-tale artificio,, che, quando> vnaperfetta fé gli ap~ prefentaua davanti per ffrecchiaifi, fi vedeva nelle [palle, e nonfipoieua ueder nella faccia, & con qveflofpe echio burlava molti [voi amici, dan– do a capir loro, eh era uno fpeccbioajfatatof t per cui fi difeopriu.: I huo-
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