GARZONI - La piazza universale - 1589
mo efier baflardo,no potedofi mirar dindzi,comefi mirane gli'altri. Qjuel maluagio dell'Agrippa( fe beho letto)fidaua nato ancora luidifiperfa- brìcar degliffecch'hma no diceua di cbe,ne' quaihcbcquado luce il Sole, tutte le cofe che fono illuminate dai raggi di quello, per lotanìffimo Jpatio, fi come di quattro,o cinque miglìa,cbiariflimamete vederfipoffono. Que– ll'arte in vero è molto piaceuote,e digra dilettole trafiulk,perche chi ve- defie vna Simia, onero vngattomaimone guardarfiin vno ffeccb'to, & mirajfele carenze che fanno a quelleimagini finte dentro lo (pecchie, ha urebbevn folaga mirabile per buonape^za di tepo.I putti ancora, &le donne,mentie fififiecchìanoriceuonodiletto gradcpotedo commodamente vederno fotfifieffe,mamiìle cofedifuori che leporgonoinfinitocotento,e l empiono di dolcezza in rintharie..Tarmichelanaturaueramettrei hab- bia dimofìrata linuecione deglifieccbi efisedo cheneW acqua, negli oglij» ne'rnetaUilufiri,ne marmi luceti, naturalmete uediamo limagininostre» fe no co colori bellhcomegli mojìra loffecchio, almeno con l'effigie de'line amet'hche tutti chiaramentefifeoprono in loro.Quindì BUdeo netlib.Dtdi gdì.^aZ titolo.D <*u[hfru&u ,er il siondonel ix.tib.dellafua Romatrion- 1 1 Bideo . f Mt ^dicono,chegli antichi omauano le cafie loro come iportiere le colo- II Bion - n e d i diuer fi marmi luftri,cheferuiuano a far t'effetto> che fanno iff ecebi io. istefii. Et Ouidio nelle fue Metamorfofiper coto dell'acqua lo dimoflrò net Cu d i o . lafauola di T^arcifo, chefopra l'acqua dell'infelice foteuide la uaga ima- ginefua, chel ac cefi oltra ogni bumana cre deza difeileffo .il che fiuleg- giadrametepoidipinto dalTAnguillara.L'arte quato afesìeffa erealmen– te ingeniofa,nepuo dirfi il cotrario con ragio alcuna, et è tato più rntraui- gliofa.quamofon infinitigli effetti, che i diuerfi fiecchi producono, ali 'oc– chio jpercio che noi ueggiamo,che alcuni fanno lafaccialoga, alcuni fior- ta,altn lafan diritta,altri la fanno piana,chi la fa toda,chìlafa larga, fi- codo che iffiecebifono o tondi,oconcaui,e piani,o £ altro modello a tale ef– fetto conueniente.Se ne uedono alcuni, che fan ueder coi piedi in sii ; altri che moHrano l'effigie fuori del (pecebio, & da longi affai, altri mofirano l imagtni inuerfe,et d'una cofafola fan ueder e moltefembianze, altri rap-^ prefientanole cofiein diuerficolorhcome è l'arco celeste, altrifonfabricati cotaliingani,che una cofiagradefannoparerepicciola,®per cotrario le minime parer grandi,® le lontane daprefiò,& quelle che fon vicinemo– strano dilontano,queile che fon fiotto ipiedi difopra,® quelle ebefonfopra di noi parere in fondo, e moSlrarfi all'affetto nostro in vn'altro fito,altri in gannando la vifia, rappr efintando fitto diuerfi, ® differenti figure, al– tri che contra lufianza degli altrifpecchì, rendono il destro al destro, & ilfinistro al finistro. altri ne'quali fi uede l'buom fiareeleuato daterra, &aguifa d'augello mouerfi per l'aria . Et finalmente ue ne fon dì tan– te fortiboggidì, ch 'I una cofaquafi infinita , perche vcnefonde'colon- nari
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