GARZONI - La piazza universale - 1589

V „ v i r E g£S A L E. S> i v Santo Ambrogio nel libro àefuoì yfficij la chiama mifericoràia in- s \ A m b r « ^iusìa, quando la pietà predomina troppo. E di qui nafce che Troiano Ini- f cratere fu riputato huomogiufiiffimo , perche in lui non fuperò la pietà lagiuslitia,ma nelfuopetto bebbero egualmente albergo infieme.Di que ftaintefe Giulio Camillo, netl'orationepcr il Vefcouo Tallauicino in quelle CAT J |"iò* parole.iye dimando quella mifericoràia Sire, che dallagiuslitia de'vofri A n n a >; 0 . giudici potrebbe àncora finalmente venire. Della medefìma intefie Anna iell a del Reina d'Inghilterra,neWoratione a Henrico Ottauo, pregandolo per mifie- d ricordia, & giusìitia, a non dare ripudio, & abbandonare il matrimonio giuridicamente contratto feco. llgiudice hadaeffere candido, epuro per B a l t o i C i la bontà. E per ciò Bartolo da Saffeferrato nel trattato deTeftibiis , afe r- ma,cheappreffoaiurifiichi è chiamatogiudice,e anco dettofauio,& huo piò da bene-.la cui bontà confile mafiimamente nellefìer giuHo,e retto in indicare, fecondo quel precetto del Deuteronomio . Quodmftumef t iu - dicate . e fecondo quelpafo del [almo . Beat i qu i cuftodiun t iudicium , & Dauid iuftiria m -Quindi Ifidoro nel vigefìmo libro delle fine Ethimologie,attefa, lfi Jj*v che Iudexdicitur , quiaiusdicatpopul o fuo . E Ambrogio fanto foprail ^ Salmo.Bem immaculat i in medicea queslopropofito,cbe Bonusiude x nihi l ex arbitri o fuo facit , & propofitodomefticajuolunratis , fediuxt a hges 6c ima. ptonuncint .Ter queftoSuetonio Tranquillo loda eslrema- S u e t o n 1 mente Auguslo, cbefiempregiudicafe quanto lagiufiitia,& le leggi ri- y T e f t a . chìedeuano .DiTito Manlio limano narrali Tefìsre, che efiendogiudi– ce fai Macedoni accufatori,® il figliuolo accufatcprononciò pergiusli- tialafentenxacofi. Cu m probatu m fit Tilanu m filium meumpecu - su'am accepifle,ipiu m repudio, & prol e mea indignu m iudico . Ha à'ha- ùere il giudice l'affetto grane, e vehemeteper l'auflerità la qual fi richie de in Infecondo i cafi,chegli auengono alle mani.onde ne'decreti alla cau f a 'rigefìmaterxa}e queslion quinta,èfcrittoMim fterio feuentatis , quie s noftraadiuuarur . £ Marco Tullio nel primo degli vfficij . Ira pioband a M.Tulli o eitmanfuetudo , atqu e clementia , utadhibearu r caufa : feueritas , fine quaciuitasadminiltrarinonpotcft . TeròdiceuaMenadro, chelafalu- tiferafeuerità uince la nana ffeme della clemenza.Quindi è lodato cotan- M e n a d r o to l'antico Minos di cui ferine Virgilio nelfefto. Vir°ilio. Quafitor Minos vrnam mouet,ille flentum Confiliumque uocat,uitasque & crimina difeit. EClaudianoToeta. Quefitorìnalto Confficuusfolio pertentat crimina Minos. CofiEaco figlimi di Clou e, & Europa., del qual parla Tropertìo in quel p ro p ert i o verfo. Autft quìi pofitaiudexfedetAencus urna.' Eparì- re.

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