GARZONI - La piazza universale - 1589
V N I V E K^S U LI. H fiumano, che s'abbaffaua à ritrouargli amici infermi in Utto,come verfo- napriuata,fen%a tenere in talneceffitàlafolita riputazione, &macsià 'an fueta. E cofa adunque regia l'cjfer caritatiui, e i Gouernatori htmwn ri– portano infinita lode da gli atti loro; come per toppo/ito i straniriceuens biafimo, vitupero, dishonore, ingiurie, e oltraggi. ver che fi ribellano loro ìfndditife non per le Stranezze ? perche eccitano Brepiti,e tumuli i/e non per quelle? perche pongono mano all'armi fe non per effe? perche fanno gli ammutinameli cantra di loro fe non per lo Brano, & iniquo gommo c'han no ? Onde nafeono le murmurationi, le difeordie, le contefi, le minacci?., i • proceffiyle ferite, Umor tiJè non dal cattiuo reggimento da' maledetti? qual è la caufa di tante querele de'fudditi, di tanti gridl,àì tanti rumori, di tante nouitàjdi tanti machinamenti,fe non illorgoverno jen%a carità, finzapie– tà/infamare?dou èl'amore?dou'èla carità?à loro Beffi» àparenti»d con– federati fico, a compagni delle lor stranezze» à peffimì adulatori, à refe- rendarìj,à carnefici defudditiJoFientati doAor femori co tutti i modi,e ma nier.e,de quali nonfi può dir meglio di quel che diffe Solone,che baomìni ta Sol li fon più prefìo malandrini da bofchi,chs Cfiaern.iteri di Republiche ,ò cit- ta\Eneceffaria lorparimente la Religione interior e,& efieriore, sì per be– ne dell'anime loro,c»meper l'effempio buono,di che fon debitori tutti gli at ti publici,doue accadafcoprirla.Quindi dicea QuintUiano,che chi ha nel co Quintili* relaverarelìgìone opera ogni cofa bene. ^Aleffandro veramente Magno beff mostrò quanto ella foffe neceffaria a' Rettori, e Gommatori ,quando ingiù- d r 0 riato da vn fuo ferito, ilquale fuggì nell'aglio, ch'era vn luogo, doue per g n o r religione ogniuno era faluo, firifje à Megabiro, che fe egli lo potcuaha- giofo . uer fuori dell'rifilo glielo mandaffe legato; ma fenon poteua, lolafciafi fe stare, fen%a fargli violenza.. La medefìma religione s'offeruaua nel -tempio di Diana Efefina, doue non era lecito pigliarneffuno, &haueffe fatto che mal fi voi effe. 2{iima "Pompilio è lodato da Liuio, perche non T l t 0 fola fu ojferuatoredel culto de'fnoi Dei; ma tnfegnòle cerimonie e i riti d 0 '• Romani, co'quali vener afferò le folenni fette di quelli. E per loppofito èbiafimato Annibale da appiano, &daTlutarco, pcrcheoltra gli al- . . tri viti] hebbe quefio in fommo grado, che fu hefìemmiator degli 'Dei, e piu^ jpreZjCatore della religione fuori di mìfiura, laqual cofa diede materia à Hannone dauifarei Cartaginefì, che non fi deuea permettere tanta info- lenza'm vn gìouene, e tanta temerità quanta alla giornata fi difcoprlua mlui. Deue adunque vn ottimo Gommatore effere amico di Dio, e r eli' giofo, e dettato,per effere egli vn Specchio auanti à gli occhi del popolo, & leffemplare delle attioni di tanti huomini, che rifguardanc in lui ; & - non far come molti, i quali fuggono le prediche, abhorrifionolemeffe, sdianole proceffioni, fi ritirano da'fanti vffici] più che il Demonio dalla croce ,e feguono pia pretto lecaccie, le feste ,i Mnearnenti, le giostre, i Cenacoli del mondo, i piaceri venerei, le éffoluthni lafiiue, i spaffi *> 3 delle;
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