GARZONI - La piazza universale - 1589

gp6* 1 » .1. U Z 2 Jt Vhorto è chiamato nella ficrittura "Paratifo d'Iddio a quel modo cbeHierS falem è deca città d'iddio, & Sion-monte d'Iddio, come luogo più de gli altri filane, ameno, gufieuvle .con non so che d'immortale &• dui– no , eletto da liti per il primo buimo ; & non già che con le proprie ma– ni lo pìaatxffcfe non in quanto fu prodotto dalla potenza fua ,quandopro- S Gioaaa^"^ % tHt *° s - Oiotta» Chnfoftomo finalmente tiene, che inanzj aldilu- Gs. uifofto H i°f°fi e n o t o il Paraiifo a gli huomini, & la uia che a quello ne conduce me* »a , ma che dopo il diluuiofì fì a perfi con quelle parole . Ance diiau'utn cognofeebanthomine s & locum , & uia m qua ; ducere i a d Paradifum Pof t diluuiu m exrr a Paradifu m eff e repert i font, & neq-,,Noe , ncqu e pofteri s eiu s ultra cognitu s eft , accennando, fecondo la Ghiofia delSteur cho in quella parte reprobato dal communconfenfo de' padri, che per l'ac– que del diluuìo quel luogo delitio/o ruiìtaffe in modo, che dopo il diluuio nonu 'appareffe manco uefiigio . & quefio (die'egli) potrebbe efiere, con– cio fa che anco Hieru falem fi cara a Dio, fi uede rumata, & il monte Syonpriuato della fina gloria, & l 'arca d'Iddio ch'era cofa pur tanto par- ticelare,per la vecchiezza è ita in mina ; & dell'arca di "S^oè fi trouano a pena alcune poche reliquie, come attefiano gli auttori moderni. Et al paffo di Enoch, & Helia che, da tanti fi dicono efifer tra/portati in quefi Taradifio,I\ifponde lo Steucho, che quefio non fi pub cattare dalla fcrittu r raa patto alcuno, perche efifa dice di tutti due che furono t> fonti, oner topicida Dio, ma non dice doue. Etejfo con l'auttoritàdiPfello ne pre– cetti Chaldaici, dice non mancare luogo a Dio immateriale, & incorpo– reo , onero corporeo, ma ethereo & celefie, nel quale quefìi due fanti fian fiati pofli come infialo più diurno in modiche non hablìanolafciato màco il corpo materiale in quefio. Italie noflra di mifiria. Trilla qual cofa io mi rimetto al parere de' più fitggi, non effondo mio infltuto determinare in quefio luogo filmili difficoltà . e Unto più che efifo Steucho, dubitando quafi delfitto detto alle fidette pofiti»nl a^gionge quefte parole. Hxcài- co no n fgnoransgrauiffimo s fàn&ÌIìmofqaeViro<!al/terfent're, qua ; .Ambro - fi paru m Chriftian a fun t retraaoipromptoqc!e : refello.O«de /(!i />rtf il fio co 1 C'° iett °f a a n n o t a t i ° n i •Ambrefio Vefcouo di Compfa ne' Commentari!fopra pfa. ' ° l l G m f i ' E t Fr . a S: ^° S a n k ^ n d l*»*» iella fina Biblwtheca fan- Ira. Siilo. ta, all'Annotatìone trigejìmafefla .Ma, perche il principale fondamento di quelli, che negano quefl orto di delnie efifer reaù , confi filenella cofa quei quattro fiumi cioè Geon, Phifon, Tigre, &• Euf-ate, che fono detti ufiirda quetto;concio!ia che fi ano per infiniti fpatii firn dall'atro lontani, con tanti mari in mezjp che uni flupore ; onde rende qmndiffìma difficol– tà a creder quefio : & be s'afferma che il Tìire,® Eufrate hanno l'ifteffa erìfin<;& uengono fiori dalla terra di Helen;oueramentt che altronde na ti l'influijcano ; ma il Phifon,cbe moki interpretano effere il Gange,pr al tri il

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