GARZONI - La piazza universale - 1589

f J { 1 V E I^S U L E. o o 7 finì, e querele, & luì dichiara il modo che fi tiene, per hàuerla da quel Verme.£Taufimia,nelfèfto lihro,dice va'altra cofia, che nella terra ui Se p - a - aaia « ra nafte vn verme-M quale e due volte più grande del Scarabeo,® nel re fio s afiòmiglia al ragno, & ha otto piedi come quello, & Serici, ènodrito cogran curajacedoli le celle,fi per l'inuenio, come per l efiate; efalope rafta da tefferefitto gli alberi.viue quattro anni dipanìco,e il quinto an no,auanti che muora ( che tanto viue fi pongono manzi vna canna verde, della quale fipafee volentieri, & fitio di quelli fi li rompe il ventre, ®"- fi li caua fuori vn viluppo fatto di fili difita . Inondimene il Corficcio da 11 Ccr '* Sacrharo, nel fiuo libro del Vermicello àallafieta, tiene più pr elio, eh e quella delle foglie della Sera, & quelladelBombice,fiano banbacinefioi- tilhouero onichino,b bifio,cbefieta come la nofiraprodotta da caua lieri.il primo che laporiafife in Italia.per auttorità dì M onfignor Vida Canonico \\ Vida. Regolare Lat. in quei pochi verfi, ch'eifa del Bombice,fiu vno chiamato Sero, che venne dalla Sera fiuapatria nella Scithia A fatica, à recarla à noi altrì.EfProcopio auttoreGreco néfitoi Memoriali,dice,che lafietafu Procopio portata laprima volta in ltalia,al tempo di Gìuftiniano Imperatore,beri– che Lampridio dica, ch'Helìogabalo Imperatore fu il primo à portarla in Bpma. Quefla figenara da quegli animaletti, che fon detti Vermicelli > L a P r i l o * ò Bacchico caualieri,ò Bigati,ò Barche,ò Barge lii,ò Mignati, ò Bombici, è Cucullì,fiecondo i luoghi clTtalìa dìuerfi,® in Spagna fion chiamati Gu– fano* da Seda> e in Francia Vermìgli, i quali non fi troua chenaficono dì corruttione, oputredine, come alcuni altri uermi,ma fi tiene chenafeeffe ro alhora,quando Iddio creò gli altri animali della terra,® fi cibano del– la foglia del Moro particolare,® fiempre hanvitafieco,quando in vermi, quando in farfalle,quando inoua,cofie in vero miracolofie come dice Ale fi- A i . fandro di Aleffandro, raccontando imiracoli di natura.Fanno Vouadelle, ^ Q d i ò le fiementì, fra le quali fi commendano quelle di Spagna, ® quelle di kflandi Il^apoli, che s'h anno per la fiera di TSlocera, come più perfette dell'altre fi mettono in couo , quando i Mori hanno {puntato fuori almeno le foglie piccìole,meire taluna bàcìnque,òfieigiorni almeno d'augumento, il che fiuole effere ai quindecì, onero vinti di Aprile, ® le fementi che fi fierba- no,fiempre debbon guardarft,ac ciò che il Sole non le percuotere ben fieno in qualche cafia,® non bifiogna che stiano apprefifo al fuoco,perche nafice rebbono quindec'hò uintì giorni innanzi al (olito, che fi pongono, efifendo il caldo amicififimo di quelle, ® in certe pezzette in pannolino candide fi cenano nel peno dellegiouani mìracolofiamente ,fieben tra due capezzali di piuma caldi al fuoco nafeono ancora affai cemmodamente.Klaficono ne– gri,® pelafi,e allhora s'aprono le pezzftte,efi pongono fipra qualche ta– mia aficìutta, tepida, e ben stropicciata, con foglie dì Moro da mangiare per otto, ò die ci giorni,in qualche stanza aficìutta ,fin à tanto ch'effis'ad- dormen-

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