GARZONI - La piazza universale - 1589

V 7 ^1 FESSALE. 01 5 & fi lordano tutti per paura,che non gli tocchi a loro. Et quando tornano aàietroychifuda per il fuggire,cbi anjiaper lofcaparc;cbijmaniaper l'af frettare,chi ha il cauallo fracco come vriafiino;chi è fen%a picca, òfen%a lancia;chi èjtr oppiato d'vnagambà;e chi è portato alla città dentro a una harella:Hor quefliforni frutti che ricevono i birri dal lor mefiierea qua- li è neceffariofopra tutto<hauer buona fortuna,perchemold ailcrecfiendo compagni del boia,f affano per le fue mam,ò aliaforca, ò almeno ni!a ber– lina, alia quale gli lafciaremo attaccati, fatto pena che chiglifiicea,deb- batferdaloro alla forca accompagnato. " •- • ABnorarjon e fopr a il e l i. Difcorfo . .Ctrc * ouefri Zaffi dice Qualche cola A leflar.dro d'Alcflandro 3 ca; ce 4/- D E' S A L I N A T O R I. D i f c c l i j. Benché ilfale in molti luoghinafea da fe mede fimo, come rac contaTlinio nel trigefmoprimo libro,feccandofmero eoa- p ^ ^ golandofi da fe ftefio l'humore che in quello fi troua, fi cerne l'iffierienzail dimoflra nel Lago Tarentino, nefioii ' ardentif- fìmi dell'ertatela cui acqvada qualpero non è alta-fe non fi* no al ginocchio, tutta diventa fiale ; il che fi uede parimente in Sicilia in quellagoiil quale chiamano Cocanico, & medefimamente in quello eh'e yicino a Gela : quantunque l estremità fole di questi fi difjec chino, & in Thrigia, Cappadocia,& in offendo fi condenfi più largamente fino a mezzo il lago, con quella marauiglia principale qval racconta Andrea And Matthioli,ne.l quinto libro di Diofconde, che tanto uife ne condenfe la not Matt re, quanto fe ne cava il giorno : & oltre a ciò nel paefe de Battrifano due "* grandiffmilaghi, luno de'qvali è verfo Scithia ,&l'altro versogli Arij, i quali gettano fiale coni onde loro;& in Cittio di Cipro & appreffo a Me phifì cauipur dai laghi, & poi fi ficchi al fole ; & medefimamente fi tro nino fiumi chiamati ifiumi delfiale preffio alle porte Caffiie , come anco fi trovano appreffo ai Mardi,&agli Armenif ,&preffoai Battri Oche, & Oxo,i quali portano dai vicini monti ipezzj del fate. & dìpìv ui fiati mon ti nativi di fiale,fi comeèOromenoinlndia,nelqvalfì cava fiale aquella guifa,che fi cavano pietre per gli edificij,& del continuo ui rinafee, & di questo tramo maggior tributo i I{e,cbe delle perle,® de loro;®-in alcu nifontiancora fi ritroui,come ne'fonti Tegafei;® cefi dalla terra d'Afri– ca,®' d'Arabia in più luoghi, come notano Plinio, & il Mattbioli ne'fo- pradetti luoghi:K(ondìmeno fifu ancora con artificio nelle fialìne,che fono apprefso al mare, nonfenza alcuni riuidacqua dolce alle volte, ne fenza l'ardordelfole aquefto effettomaflimamentenecefiario.diquefto in Afri– ca apprefio a Ftica fine vedono imonti eleuafiaguifaditanti celli,& Mmm a di

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