GARZONI - La piazza universale - 1589

0 1 6" T 1 AL Z Z A di quello che fienza riui fifia,fcorrendoil mare nellefaline,fe ne forge gran copia in Creta, ® nell'Egitto. Altrove fifa, nelle filine, oue ipozzi fono infiuiti,come in Babilonia, ® nella provincia di Cappadocia .Isella Gai- Uà,® neda Germania fifa con l'acqua dimare inftìfia ne legni ardenti:® altrove con altri modi diuerfamente inventati dall'indufirìa degli artefici di quello Fra quefii i Medici lodano affai quello, che-fijfk nella Spagna c teriore , ® Tliaio de'marini commenda il Ciprio, di quel de'Stagni il Ta~ tentino, di quel de vivi il Tateo. oggi dì nella Italia belli/fimofiale, trabe dai l'itti dì Genoa, & di Napoli, maggior copia fie ne caua da Cernia nella F^magna,ma no di quella perfettione che fon eotefii.I colori d'effofon va rij,percbe ve n'è del nero come à Cervia, ® Comacehio, del rofifo cor Memphi, del cadido come in Sicilia, del purpureo come à cento ripe d Broceo come in Cappadocia. Mora ifalinari fon degni di grandifiima lode} impero che fono auttori di cofia nonfolamentegioueuole, & ville, ma n ceffana infiemc.Ecco nel panchetta carne,nel cafeo;nelpefie,nellevìUan de,ae'brodi,ne'potaccbi,negliarrosli,ne fojfritti, e finalmente in tutti'i co dìmenti firicerca il fiale: ® inmoltiffime medicine s'adopr a or dìnariamen Diofcori- te come vtilìffiimo, fecondo che dichiara Diofccride, & feco il Matthioli * e - nel ì.libro,perVvfi>però de'medicamenti dice Tlinio, chegli antichi vfa uano Specialmente il Tarentinotpergli occhi de'giumenti il Bettico ; pe conferuar le carniil Megarefie.Acquiflano anco qualche poco dilode ifa nari daqueslo,ebeJe pecore,® gli armenti ffnnpìaceuoli, e ti corrono dietro col fiale fa gentilezza dell'animo, & la grada del corpo è dimanda M. T u l - t a d a M -Tullio fale,MareoFarronefcriue, che gli antichi vfiauano il pa– lio, ne col fiale,® col cafeo per viuanda;Tlìnio narra, che nella militia de'Rp- M. Varrò mani v'erano foldati detti fararu,cb'eran dì grandiffima finta, ® auttori tà in quel tempo: in Rpmaparìmente v'era vnafirada nominata la uiafa- Tito Li- i a r i a > c ? e r a f a m o f a > P t r l a ^ to Livio, nel quinto libro delle fine Hiflorie racconta,. che anco Martio Re fu il primo, ch'inslìtuìfaline , delle qualiinproceffodi tempo fi fece tanto eonto,che furon pofii dacij, & gravezze foprail fole di grandiffima entra– ta, a tempi nolìrì fi uede ancora che filmafaccia il fiamme Tonte/ice dell gabeiìadelfale,edi qvaco utile finallacamera Apoflolica la città diCer- uia, doue egli fa tanta copiadi Sale, che baila non /blamentealloslato fuo,mafi diflribuìfceanco à moltipaefi efierni con profitto,® emolumen– to importante, come àtutti ènota, in quello meflieropoi fi\ commettono molte frodi, & ingannuper ciò che s'adultera il fiale alle volte,con later ra trita, alle uotte conmefichiarui del fiale piùcattino, alle volte con l'a rena minuta,®finali altrefurfantane'fono commeffe da quelli,e'hanno €iaco . di ò le faline,ò il dado del fiale/opradiloro; l'vfficìode'qualiò vile infeme- 5' Giorg. d e f tm p er fsntenzaiì QiacqbmoéS.. Giorgio, l i . Digeftis, : deiu

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