GARZONI - La piazza universale - 1589

p i o . T> I A Z Z JL da villano, anagramma gonella da contadina,vn (aio di grifo da furfante fchiettO,ma be tetta dipelato se%apelo dazaratano fallito, una eafiacca tutta onta dì b rodo,e di grafo da vero tripporo,una cappa da pidocchiofo, un pardi fcojfoni'da poveraccio, un farfetto da impiccato, un capello da boia, par ebefano le robbe della mer ciarla di Venetia, tanto s ejiendqno a lodarle,®- magnificarle con parole. E, fie tu de fioro ueluto riccio _,o da mfcoypar cbeglidtj del caneuazgo ,ouero della burazjìna, tantùauìli- feonofempre la robba che comprano dagli altri. K(pn fi contentano maco dicdprar per metà, che per tre bez^i uorrebbono un cappotto dì velluto , oun belrazzo diFiàdra,®nel uenderper Ìoppofito,vorrebbonoper una gavardina di tela die ci ducati,et per un par dì uelette fiei ceccbìniferche non hanno più confidenza che sbobbia uri a fino, & quanto all'anima fe Ihan giocata il primo giorno,che fipofero aqueH'arte da barro,®-da ma duolo perfetto in ogni cofa, il liebetto delle parole, & delle dande è pro– prio di cofloro.pcrche n'han tante,e tante fon le bugie loro,® ifeongiuri, che il diavolo apena li poti ebbe numerare. L'aftutie, anzi le malitie e le furfantarle nonfì potrebbon mifiurarda tvttii Geometri del mondo,ne da gli Aritmetici annoverare,percbe quante occhiate danno alla robba,tan te reti han nel! animo tefie, per cogliere ì compratori, ò venditori ad ogni modo.Mafion da Dìo ben meritamentepuniti,cbe rariffmifracciarvolì fi vedono arricchire, anzi apunto ottengono pena conforme ai lor peccati, che fiemprt'vanno Hracciofi, e furfanti per ordinario. Eran dagli antichi detti Sarcinatores , e Tlauto nello fua Aulularia ne fa mentione inquel- PUato . le parole. Petun t follones , farcìnatores petnnt . Taulo Givrifionfiulto i Gluùfcó 0 5 & d e v F u r t - ì s, gli tratta da quel che fionoper ilpià,cioe dafurbi,& folto. barrì,imperò che niente altro è più proprio loro, che barrar le perfine in qualche cofa, ® fono fpecie di Cingari chefempre Hanno sii l'uccellartiì fidi fuor dì borfia con mille mofire di robba ognorapiù furfanti, e vergo– gnale . Efi finalmente fon molte uolte cagione di grauimali nelle terre, <&• nelle c.ttaàì,percbe coprano panni infetti,& ammorbano con le vendi tedìqu elli il popolo, che apena fi difice me onde fi venga,ab e eh e il peggio è il morbo deWanimo,cbe da lor fi contrahe, per ches'auez^ano igìovenì con la commoditàloro a rvbbare in cafa qualche cola vfiata,® la portano in ghetto, overo in Hrac ciarla, douefenza fapvta depadri, i fìracciaruoli ghiottoni coprano vna vefìe d'ormiftno,o di rafo,chefardfiataportatatre, o quattro uolte folamente per vn par dìficvdi,tenetidopoco cotofel anima uà a !p:'fo,pur che la confidenza groffa come vnpafione trionfi affiefe d'ai tri. Hor tanto baffi di qvefli furfante fichi,®- Hraeciofiprofieffori. Ann o t a t i dn e f o p r a ìl clrìj. Difcorib . De (tracciamol i diceria il Fregoia , ch e tre fort e di meftiei i lauoran o yolontier i all o fcuiOjMercanti da panni , ftracdaruoli, & Hebrei .

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