GARZONI - La piazza universale - 1589

V % 1 r '.'j t RjS A l E. 9%i fcrpoffibìle c'hauefie composto cofimìrabil poema fenza divina, & inffi- rata naturarla fvaleinffiraìione _ ouero rapinadicono i Cabalistifarfipct mero dì{piriti angeltct,come Jì legge nel libro delia porta della luce,ba- uencio liftefio parere co Tlatonichcbe fanno le Mvfe,cbe rapifcono i "Poe– ti non efiere altro, che l'anime delle jphere celesti. Mapajjando alleglo– rie,& alle grandezze de'Poeti, ecco cbePlatone in più luoghi gli chia– ma interpreti degli Iddi},& nel Fedro particolarmente affernuhche i no– bili poemi no fono humane,ma celejìi inuentioni.Et nel Cratilo vuole, che iPoeti foli filano gli impofitori de' veri nomi, come cheejfi ne rati: loro acquistinola veranotitiadi tuttele co/è. Socrate nel Lìfide di Platone chiamai Poeti padri, & duci della fapienza > & altroue afferma, che gli hinni, & le laudi degli Iddij perciò, non devono altronde introciurfì nelle citta, che dai componimenti poetici, il dotto Strabene parlando de Poe– ti nelfino primo libro della Geografia, dice che gli antichi affermauano la poefia non effer altro , che una filofifia principale, la qual n infogna le ra– gioni del uìuere, i cofiumi, la ciuiltà, & il uero reggimento dì noifiejfì. Heraclid c EtHeraclide Tontico dimostra tutta lapoefia efiier ripiena aifilofiojia na- Pontico. turale, deficréuendo iuenti, le tempefte, gli occafi de pianeti, il renouar Dione I de' tempi, & fintili altre effe tutte naturali* Et Dione dice di più, che Zenone, &• Arìflotile hanno leuato gran parte della filosofia loro dai libri d'Homero. Ma che ì non è gran cofia quella, che dicono alcuni jetutori, che, {egli lddij haueffero potuto parlare, ogtdcofabaurebbono de ito in verfo? del che dannai'efiempìo dell oracolo d Apollo Delfico, chetimele rijpofie daua in ver fio. L'isìeffo faceva la Sibillafiecondo Virgilio, e tutte l'altre che furon dieci, tutti i lor uaticinij ficrifieroin verfi : Fu al tempo della gentilità tanto grato il verfio a gli Iddij, chelelor lodile volevano più prefto in verfio che in altro, come fi può vedere in Pindaro,& Home- ro,cbe compofiero gli binni, & l'ode a tutti i Dij. Il che fece poi tra Bi– mani Horatio,& altriPoeti di quei tempi, imitando i fanciulli a cantar dolcemente le lodi loro . T^onh ebbe il grande uero Iddio nofiro a fdegno ilverfo,conciofia che Dauid compofein verfi elegantifìimiifiiioi Salmi,et S.Hieronimo dice del Salterio,che I n more m Horatij , & Pindari , nun c Iamb o ciirrii, nun c alcau o perfonat , nun c Saphic o tumet , nun c Cerni ped e ingreditur . Giob compofe in verfi gran parte delle lue affiitìonì. Efaìalefiueprofetie,Salomoneifiuoilibri, & Giererniapktffoi fiioila- menti,come vogliono Giofeffo, & Origene. Et in maggior confirmaticne, dice Cafisiodoro che , Omni s poetic a tlocuti c a diuini s icripturi s i um - pÌGt exoidiutD.Terciògli Hebrei hanno chiamato il verfio elegante del– la firitturafeirraui, nel quale il princìpio è detto, Daletb : il fine, Segoli Gafpar o la paufa pfetzjm,e preffo alorofon diciotto fiorti di verfi, de'quaiì tratta- Hauio no GajparaHauionéo Theologo, & ilfacrilego Mufiero ne Hafida gr anima tica

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