GARZONI - La piazza universale - 1589
V N I V E XS A L E. 59 gli animali per vittime,ma fa crificandofi a tali Dei ì frutti della terra,e fo • glie radici,& herbe odoriferefolamente.T^arra nondimeno Macrobio,che Macroor fuor delle città dedicarono gl'Egitti) i tempi fontuofi a Serapidejne'quali fo li imolauano fangue di befìiami, effendo auez%t d'offerire a gli altri nelle, città le fopradette cofe. Mapoi col tempo fucceffo altri modi di facrifi- careàqualipofso -vederfi preffo a Eufebio ntlfecòdo depraspararion e Eua g e l i c a ^ preffo al Biondo da Forlì nel principio della fina I\oma Trionfan- te,e(fendo c ofa fuperflua. fi ampia narratione deftti loro. Dietro agliSgit- tiffeguono i Feni%\fiquali alxandoin aitogli occhi riconobbero per Dei gli uenti dell'aria, a quali fecero mille fumigationi da idolatri,& fiuperfiitio- ftycome erano.Etgli Atlanti) p opoliper no parer menfaggi,d'effi,adorara no il cielo, qual fiaccamente fecero padre di quarantacinque figliuoli, at' tribuendo fimile diuinità a Opefua moglie, che fu detta Terra,&l'iileffaa Tafilia,& Pandora fue figliuole. 1 Frigi) diedero il culto loro al celebrato. Atlante,parcndo loro,\che per la pernia dell' Astrologia,non so che di diui no fplendeffe & riluceffein lui,&(come recita Suemero Hisloricojconma gaificem(fimifacrìftcij,&prefenti doro r & argento mirabilmente prepa- ^ rati cercarono di conciliarfi una moltitudiae grande d'altri Dei.'Della reli– gione de'TkQmanì verfo i lor Dei ne fa ampia tesliraonii%a Marco Tullio iti vnafuaoratione ai Tontefici,doue dicel'infr-affitte parole, C u mult a d i- uinitu s PontiEcesamaioribtisnollnsinuenta ,acqueinihturaiì.nt , tu- ni hil prajclaiiu s qua m quòd vos,& religionibu s Deor u immortalili, & (aram i Rerpub.pfa?efl e vcdueruncivcampliflimi , ycclariffimi C i - «es,RempubJ-)ene-gerendo,PonriEces,Reli'gtoncs fàpiérerinterpre- rando,Rép'aD-licam confeL-uarent . Virgilioàn molti luoghi attribuifce a E>iea(per parlar de'particolari) la pietà principalmente uerfo i Del Pena- ti,hauenio pia cura d'effi, che della propria fallite, neWufcìr che fece della patria fuori.Lucio Albino è da Limo celebrato per huorno di reìgionefin.- gol.tre,perche permeffe,che lamoglie,eifigliuolifmontaffero nelkfiradJy a piede, per portar nella fua carolerà con commodità le VerginiVestali» eoa le cofe ficre,D' Aleffandrò Macedone racconta Plutarco,che ogni mat– tina a buon bora faceuafacrificio ai 'Dei prima che fiplgliaffe cura d'altro. Lilleffo narra di Siila Dittatore che nel refìo fu empio,, che portauadel con timo infegno una imagine pie dola d'ApoiloJa quale deuotamente bafiia- uà, quando fi rltrouaua ne'perigli come auuiene. & diPeride Athenkfg r fxmofiijhno Oratore fi trotta ferino, che avanti, che falìffe m cathedraper orare,faceua imi ai Dei per ottenere da loro di non dir cofa alcuna me che prudente, & confiderata. Talché la religione e il culto uerfo i Dei fu gran* demente da gli antichi tenuto in pregio,& riputatione,conciofiache ueriffi mafia kfenteza di Cicerorte,nelfecondo de Natur a Deoru,o«e e';Ve.Cul- tusDeief t fancl;iffimus,optimus,atquepleniiIìinus pieratis,v t eum Cicerone , Cariprepurajincorrup ^ . Cofi Epitelio^.
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