GIAQUINTO - Cucina di famiglia e pasticceria - 1931 copia

25 un poc o di tutto; polmone, fegato, rognone, mi l za ecc., tagl iate tutto ciò in pezzetti de l la grossezza di un cecio cotto. Mettete sul fuoco una casseruola od un tegame con una cucchiaiata di strutto, e quando quest 'ul t imo sarà bol lente, metteteci la corata in pezzi, agg iunge- te un pò di sale e pepe e fate rosolare ben bene, sempre agi tando con un mestolo finché sia soffritta a perfezione, a l l ora versate in essa mezzo bicchiere di vino bianco ( i ), ed anche quando questo sarà con- sumato, metteteci 50 o 60 g r ammi di conserva nera ben d i luiat in acqua bol lente, continuate a rosolare ed aggiungete infine qualche pezzetto di peperoncino rosso, un piccolo mazzetto composto di una fogl ia di lauro e due ramoscel li di rosmarino, e c i rca un l i tro d'acqua. Copr i te e fate bo l l i re adagio per più di un' ora finché cioè sentirete, gustandola, che la corata s ia cot- ta. Bi sogna regolarsi in modo che al momento che la corata sarà cotta, il brodo di essa non sia né t rop- po di lui to, né eccessivamenet ristretto; e per ciò nel pr imo caso farete ancora r i bo l l ier l ' int ingo l o, nel se- condo aggiungerete del l ' acqua. Gustate bene e minestrate in scodelle guarni te di fette di pane abbrustol i to. Ques ta minestra si può preparare in antecedenza perchè non soffre, né perde nul la del la sua bontà nel l 'attendere. Va con sé che al momento di scodel lare si getta v ia i l mazzetto del rosmar ino. » —————— • • (1) Veramente in Napoli pochi usano di metterci il vino, ma ci sta bene.

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