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L’Oltretorrente: dove si confondevano i luoghi della vita e della morte Graziano Tonelli L’asserzione di Giambattista Vico: “La storia è fatta di corsi e ricorsi, che rappresentano il cammino dell'umanità”, si modella alla perfezione anche alle vicende storiche di questa ampia e caratteristica parte della città. Se in origine sulla sponda sinistra del torrente Parma pascevano liberamente le mandrie di bestiame, ancor prima della colonizzazione romana una porzione del territorio venne destinata ad area cimiteriale. Lo spazio sepolcrale sarà utilizzato sino alla caduta dell’Impero, quando l’abbandono e l’incuria lo faranno tornare al primitivo utilizzo di pascolo per le greggi. Occorrerà attendere il risanamento, le bonifiche ed il primo inurbamento di inizio Medioevo per vedere mutare completamente le sorti del nascituro sobborgo di Capo di Ponte. Con la realizzazione di strutture per la cura degli ammalati e l’assistenza dei bisognosi, il quartiere diventerà in pochi anni il fulcro della sanità parmigiana. Anche se il destino dell’Oltretorrente era ormai orientato alla salvaguardia della vita dei cittadini, tra Seicento e Settecento ampie aree vennero nuovamente riconvertite all’antica funzione cimiteriale. Una risoluzione imposta dall’emergenza e dall’urgenza di spazi da destinare alle tumulazioni, ma che contribuirà, di fatto, a confondere nuovamente i luoghi della vita con quelli della morte. La grande area verde, le esondazioni e la zona sepolcrale % In antichità il territorio posto sulla sponda sinistra della Parma si configurava come un ager compascuus, quindi una grande area verde in massima parte destinata al pascolo delle greggi!. Le vaste distese erbose, intercalate da boschi e zone palustri, erano scarsamente abitate, al contrario del centro cittadino che si stava sviluppando attorno alla piazza poi intitolata all’Eroe dei Due Mondi. Era questa, in estrema sintesi, la conformazione urbanistica della città Georgius Balthasar Probst. Veduta prospettica della città di Parma, 1730 c.a. Particolare Dalla splendida mappa settecentesca è stato estrapolata la parte della città a sinistra del torrente Parma, che entra nell’abitato attraverso una campagna animata da mandrie al pascolo e agricoltori. Si notano i campanili e gli edifici religiosi, che costellano l’Oltretorrente molto simili al vero, sebbene siano leggermente deformati dal gusto del disegnatore, che costellano l’Oltretorrente. Dei tre ponti che congiungono i settori della città ne sono visibili solamente due. (Archivio di Stato di Parma, Raccolta mappe e disegni, vol. 2/37) 15

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