Hospitale_ocred
La ricostruzione del sobborgo verso Levante era stata preceduta da una prima fase di crescita edilizia conseguente alla pace di Worms, quando, stando all’Affò: ‘1’Oltretorrente a spesseggiar cominciasse di case cinte da terragli e profonde fosse”. Una grande fornace a doppia bocca di accesso (Prefurnio), riaffiorata dalla posa delle tubazioni del teleriscaldamen- to all’imbocco del Parco Ducale tra via Kennedy e Barriera Santa Croce, testimonia la produzione di mattoni, tegole e pavimenti per le abitazioni e gli edifici pubblici della città medievale. Con i materiali di risulta dell’opificio venne costruita nell’attuale strada Massimo d’Azeglio anche la chiesa dedicata all’apostolo Giacomo, che lambiva il canale del Cinghio. Nel complesso religioso, destinato a diventare un priorato conventuale dipendente dai benedettini di San Giovanni Evangelista, si svolgeva un’intensa attività assistenziale. Lo dimostra un interessante documento del 1145, dove è citato un gruppo di pellegrini diretti in Galizia per scopi devozionali, che vi aveva trovato cura e accoglienza. L'episodio è la tangibile testimonianza che la struttura era stata edificata nel sobborgo per dare protezione e soccorso ai numerosi fedeli in cammino verso Santiago di Compostela”. All’inizio del secolo XII lo xenodochio di borgo Taschieri voluto dal Tanzi e le chiese di San Giacomo e Santa Croce, verranno anch'essi inglobati nel sistema difensivo cittadino. Nel Duecento sarà ripristinata anche la funzionale rete idraulica romana ancora interrotta in più punti, intervenendo sui tre principali condotti della città: il Maggiore, il canale Comune e quello del Cinghio di Petteneraio. Quest'ul- timo, che garantiva il rifornimento idrico all’Oltretorrente, traeva l’acqua dalla Baganza mediante il viadotto della Navetta e proseguiva nel sobborgo dopo porta di San Francesco. Il condotto, che era affiancato da un canale minore detto /l Naviglio alimentato direttamente dal fiume Taro, si diramava poi nell’intero quartiere e riforniva una fonde- ria, una conceria, varie seterie e tre mulini, tra cui quello di San Domenico. Infatti, proprio nel borgo del Naviglio, si trovavano i maggiori opifici della città, dove gli affiliati all’ordine degli Umiliati lavoravano le lane e coloravano stoffe e tessuti?. Il Duecento e la crescita sociale, economica e religiosa del quartiere Se il progresso sociale ed economico del quartiere è collegato all’ospedale fondato dal cavaliere teutonico, non bisogna dimenticare l’importanza di un piccolo edificio, sito a poca distanza dal nosocomio, che venne donato alla comunità da un altro illuminato benefattore per l’assistenza all’infanzia abbandonata. Ad ogni buon conto rimando le straordinarie vicende del Tanzi, destinato a un luminoso avvenire per il consistente patrimonio derivante da donazioni e lasciti, e quelle delle altre istituzioni assistenziali cittadine, agli esaustivi con- tributi scientifici di Maria Ortensia Banzola e Carlotta Taddei presenti in questo volume?. 19
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=